La birra del Presidente

di Alessandro Brizi 11/11/16
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La birra del Presidente

Il 15 settembre del 2011 l’unico desiderio del sergente del Corpo dei Marine degli Stati Uniti Dakota Louis Meyer era quello di bere una birra insieme al Presidente Barack Obama. Questa semplice richiesta non veniva però da un militare qualunque, ma da una Medaglia d’Onore del Congresso fresca di consegna per aver salvato in Afghanistan 30 compagni in un’azione di guerra. Così Obama gli servì, su un tavolino di ferro battuto nero del giardino della Casa Binaca, la sua, è proprio il caso di dire, Honey Ale: una birra bionda leggera e aromatizzata con il miele prodotto nelle arnie del South Lawn Kitchen Garden, l’orto della residenza presidenziale gestito da Michelle Obama.

Come tutti gli statunitensi, il Presidente Obama è un grande amante della birra, oltre che del vino, così pensò di fornire allo staff delle cucine un kit fai-da-te per la realizzazione di una birra da offrire agli ospiti. Le prime bottiglie, un centinaio, vennero servite durante una festa per il 45esimo Super Bowl e da lì in poi la Birra del Presidente è comparsa in diversi ricevimenti, talvolta come aperitivo, talaltra, soprattutto in occasione dei barbecue, come bevanda principale.

Obama è stato il primo Presidente degli Stati Uniti a prodursi una propria birra e non sappiamo se Donald Trump proseguirà in questa tradizione, anzi ne dubitiamo. La diffidenza nei confronti del neopresidente non è tanto legata al fatto che sia proprietario di una delle più grandi aziende di vino della Virginia, la Trump Winery di Monticello, acquistata per oltre 20 milioni di dollari nel 2011 e gestita dal figlio Eric, ma soprattutto perché tra i maggiori sponsor della campagna elettorale dell’imprenditore newyorchese c’era la Yuengling & Son, ovvero la più antica fabbrica di birra degli Stati Uniti d’America. Fondata nel 1829 a Pottsville, Pennsylvania, dall’immigrato tedesco David Gottlieb Jüngling, anglicizzato in Yuengling, quest’azienda ha resistito a tutto, dalla Guerra di Secessione al proibizionismo, durante il quale rimase comunque aperta, e non ha mai cambiato marchio: un’aquila di mare dalla testa bianca con gli artigli su una botte.
Sette le birre prodotte, per uno stock annuale medio di poco meno di 4 milioni di ettolitri; una dimensione sicuramente più industriale che artigianale, nonostante la sua appartenenza alla Brewers Association, realtà che raccoglie oltre 1.900 produttori di birra e promuove la tutela e lo sviluppo di piccoli e medi birrifici indipendenti.
Yuengling è stata l’unica azienda brassicola della Brewers Association ad appoggiare il neopresidente, rivendicando, a suo dire, quell’anima patriottica raffigurata nel brand stesso dell’azienda. Delle sette birre abbiamo scelto quella più nota, la Traditional Lager, una vera icona del mondo brassicolo stelle e strisce: birra ambrata, leggera e segnata fortemente dal luppolo Cascade. Probabilmente non la migliore della gamma ma sicuramente la più rappresentativa e antica.
Dimenticavamo: il sergente Meyer dopo aver tentato il suicidio ed essere stato allontanato da diverse aziende del settore militare e non più reintegrato nel Corpo dei Marine, dal 2015 è membro di un’organizzazione di veterani che si dedicano alla protezione della fauna selvatica africana.

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