Le diverse facce dell’aglianico

di Riccardo Viscardi 11/02/15
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Le diverse facce dell'aglianico

Una bella storia quella di Fabrizio Piccin e Cecilia Naldoni, che tanti anni fa decisero di dedicarsi alla pastorizia prima ed al vino poi, battendo strade veramente inusuali per la loro generazione. Una strada che grazie alle loro felici intuizioni ed alla loro ferrea volontà si è mostrata negli anni vincente e piena di soddisfazioni. Sebbene di origini laziali (provengono dalle vicinanze di Roma nella zona dei colli frascatani), cercarono fortuna in quel di Montepulciano dove fondarono l’azienda Salcheto dal nome di un piccolo ruscello che limitava la proprietà. Quest'azienda ebbe una ascesa qualitativa nella zona molto rapida che la portò in breve temo ad ottimi risultati posizionandosi tra le migliori del territorio. Il grande interesse suscitato da questa azienda porto i nostri a venderla alla fine degli anni Novanta per affrontare una nuova avventura, dopo un paio di anni sabbatici dedicati alla crescita dei loro simpaticissimi tre figli.

Nei primi anni Duemila vengono ammaliati dal fascino del Vulture e del suo vitigno, l’aglianico, che per motivi differenti ha lo stesso incanto e presenta le stesse difficoltà del sangiovese. Una sfida tecnica affascinante per Fabrizio che sa di poter contare sulle capacità comunicative e di marketing di Cecilia per l’impostazione commerciale dell’azienda. Il momento è favorevole per il Vulture che vede alcuni figliol prodighi tornare coltivare la vite nella terra natia, come Elena Fucci e il notaio Giuratraboccheti delle Cantine del Notaio; in questo periodo anche un gruppo importante come il Giv compra terreni e vigne. E' il momento in cui si intravedono grandi possibilità per quel territorio.

L’azienda Grifalco possiede circa 15 ettari nelle zone più vocate del comprensorio; alcune nel comune di Venosa, poi a Ginestra ed a Maschito, vero cru vulturino. L’agricoltura è certificata biologica ed ogni singola particella viene vinificata separatamente sia in funzione del territorio che della età delle viti. Già, perché nonostante la giovane età dell’azienda, alcune parcelle furono comprate già vitate ed in alcuni casi furono ricercate vigne vecchie.

La cantina è condizionata naturalmente tramite un bel progetto che unisce basso impatto ambientale ad un'ottima funzionalità. Dei tre figli due sono impegnati in azienda con compiti abbastanza divisi, Lorenzo principalmente in vigna e cantina mentre il giovane Andrea si interessa di più del lato commerciale. Francesca per ora ha scelto una strada diversa dedicandosi, in ambiti istituzionali europei, ai più bisognosi.

I vini prodotti sono quattro tutti a base aglianico, unico vitigno aziendale. La degustazione chiarisce le varie differenze tra le etichette.

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