Tilia Estate, la casa dei Pinot in Slovenia

di Flavia Rendina 01/11/19
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Matijaz Lemut Tilia Estate Slovenia

La Vipava Valley è una delle zone vinicole d’elezione slovene e qui Matjaž Lemut, titolare di Tilia Estate, ha messo al centro delle sue vigne, e della sua vita, il pinot.

"Nessuno ha bisogno di vino, nessuno ha bisogno del tuo vino". È la frase che Matjaž Lemut ripeterà più volte durante la nostra visita a Tilia Estate, la sua azienda nella Vipava Valley. Siamo a metà strada tra Lubiana e Venezia, nell’area vinicola d’eccellenza della Slovenia, la valle del fiume Vipacco, affluente dell’Isonzo, che si sviluppa ai piedi dell’altopiano carsico del Nanos, la cui vetta più alta raggiunge i 1240 metri. A caratterizzarne la viticoltura, oltre ai suoli marnosi e argillo-sabbiosi, è anche la costante ventilazione offerta dalla Bora, il forte vento di nord est che colpisce tutta l’area dell’Alto Adriatico, ma che qui si irradia mite grazie al complesso montuoso che lo argina, per questo detto “l’altopiano della Bora”.

Con quello che sembra a tutti gli effetti il suo mantra, il viticoltore sloveno sintetizza sin da subito il suo approccio alla vita e al lavoro enologico: fai del tuo meglio, rispettando il tuo stile, ma nella consapevolezza che quello che fai non è indispensabile per nessuno, tranne che per te, perché ti dà da vivere. "Ho la fortuna di fare quello che mi piace" afferma Matjaž mentre ci accompagna nel cuore delle sue vigne, a un passo da casa. Sono le terre dove ha approcciato per la prima volta l’arte enologica, all’età di neanche 18 anni. Una strada sulla quale l’ha messo il padre Silvester, viticoltore sin dal 1974 e vero punto di riferimento per le cantine sociali della zona in materia di filosofia ed economia del vino, affidandogli un piccolo appezzamento. “Ogni giorno, dopo scuola, mi facevo 3 km in bicicletta per venire a curare le vigne, e guai a mancare l’impegno!”. Grazie all’educazione austroungarica del padre, Matjaž acquisisce disciplina, oltre che interesse per la materia enologica. Inizia a frequentare la facoltà di Biotecnica all’Università di Lubiana e presto si reca per uno stage in un’azienda vinicola in Svizzera. È qui che conosce i due amori della sua vita: la moglie Melita e il pinot nero. Così, nel 1990, laureato, torna in Slovenia e con la moglie acquista una proprietà a Kukanje, nella Vipava Valley, vicino ai vigneti paterni. Da questi tre ettari di terra sovrastati da un rustico senza tetto inizia la storia di Tilia Estate. Una trama che si sviluppa a poco a poco a partire dal 1996, fino a raggiungere la forma attuale, con 10 ettari di proprietà dislocati in vari punti della valle.

Dal 2015, per precisa scelta di posizionamento aziendale, i protagonisti principali dei vigneti sono due pinot, il grigio – del quale punta a far conoscere al mondo la versione più autentica rispetto alla media dei prodotti sul mercato, poco espressiva delle reali potenzialità del vitigno – e soprattutto il nero, quest’ultimo presente in ben sei cloni e in oltre 5 ettari vitati, con l’impianto più vecchio risalente al 1994. “Amo il pinot nero perché è creativo. Ti costringe a metterti in gioco, a ragionare su cosa puoi riuscire a ottenere da lui in un determinato luogo, territorio, clima. Chi lo approccia per la prima volta ha l’immediata tentazione di farne un vino possente, colorato, sovraestratto. Poi capisce che deve trattarlo diversamente, perché non ha niente di ciò che caratterizza le altre varietà rosse: né colore, né corpo, né tannini. E non è vero neanche che è elegante, come affermano in molti: appena uscito, anzi, è spigoloso, acido e solo dopo 5 o 6 anni lascia intravedere l’equilibrio. Per questo il Pinot nero senza comunicazione non esisterebbe”. 

Proprio sul punto della comunicazione dobbiamo aprire una parentesi, perché, da vero amante del pinot, Matjaž ha ideato ben due eventi dedicati a esso: il Pinot Noir National Day, che si svolge a metà agosto, e soprattutto il Modri Les Noirs – Festival&Masterclass, andato in scena lo scorso 19 e 20 ottobre a Idria di Sotto, in Slovenia. Oltre 150 visitatori hanno partecipato all’evento, durante il quale sono stati messi a confronto oltre 100 tra i pinot “blu” (modri vuol dire blu in sloveno) dell’Est Europa con i più blasonati pinot nero al mondo.

Tornando all’azienda, la conduzione delle vigne è a dir poco biologica, ma non si parla di certificazioni: "chi ha voglia e tempo per venire qui a trovarmi e a vedere come lavoro si rende conto da solo che non ne ho bisogno!" afferma risoluto Matjaž. E guai anche a parlare di naturalità del vino: “in natura la vite crescerebbe sugli alberi e ogni pianta sarebbe distante metri dall’altra: come potremmo fare il vino?”. In cantina, sempre di suo appannaggio, la tecnica è al servizio della qualità e della riconoscibilità. “Se questo vino – afferma comparando due campioni di botte dello stesso orange wine da uve ribolla gialla, ma uno spillato da una barrique e l’altro da un tino troncoconico – è diverso al punto da non essere riconoscibile come uguale all'altro, è perché io ho deciso e ho agito in modo che risultassero diversi. Perché il terroir è l'uomo, è l'uomo, è l'uomo!” ripete all'infinito.

Alla fine di questo tour, ben più che enologico, è impossibile non pensare a lui come a un filosofo, un comunicatore o un economista prestato alla vigna, viste la competenza e la cultura con cui si dedica a tutti gli aspetti della sua azienda. Ha persino ideato lui il logo aziendale, un albero di tiglio, pianta simbolo della Slovenia, coperto di grappoli e con un intruso (per trovarlo, guardate a sinistra). Una genialità che dal padre Silvester ai tre figli di Matjaž (di 27, 24 e 21 anni) sembra scendere per i rami dei Lemut, con la figlia più piccola che già a 4 anni esprimeva rudimenti di economia, dicendo al padre: “papà se fai i grappoli più belli, il vino viene più buono e ne vendi di più, così non devi berlo tu". 

Ma cosa c’è nel futuro di Tilia? "Purtroppo i miei figli li ho fatti studiare – scherza Matjaž – e ora mi ritrovo due dottori (uno in astrofisica) e nessuno che vuole lavorare in azienda". Per fortuna sono tutti ancora giovani, quindi staremo a vedere. Ma intanto per noi una cosa è certa: come dice Matjaž, forse nessuno ha bisogno di vino, forse ancor meno del suo. Ma di viticoltori, e di persone, come Matjaz, sì, ne abbiamo bisogno eccome.

NB: i vini di Tilia estate sono distribuiti un po' ovunque nel mondo, ma non in Italia. Se li volete assaggiare, fatevi una passeggiata fino alla Vipava Valley, Matjaž vi accoglierà a braccia aperte.

Pinot Gris 2018

90/100 - € 13

Da uve pinot grigio dai vigneti di Potoče e Pliska. Matura 4 mesi in acciaio, con frequenti bâtonnage. Giallo oro alla vista. Evidenzia al naso fresche note di scorza di limone, pera, melone bianco e uva spina. Coerente al palato, di buon corpo, percorso da vibrante acidità, ma senza perdere in morbidezza. Chiude sapido, floreale e agrumato.   

 

Pinot Noir Vipava Valley 2018

86/100 - € 17

Da uve pinot nero provenienti dalle vigne Pliska, Pavlica e Merljaki. Matura per 4 mesi, a contatto con i chips. Rubino chiaro alla vista. Esprime sensazioni fruttate di lampone, ribes, gelatina di sambuco e cenni di vaniglia. La bocca è semplice ma piacevole, snella, fresca, rotonda, dal finale asciutto e fruttato.



Pinot Noir Merljaki 2017

92/100 - € 20

Da uve pinot nero provenienti dalle vigne Pavlica e Merljaki. Matura 14 mesi in barrique in quercia di Slavonia. Rubino trasparente e di bella vivacità. L’olfatto è incentrato su sensazioni scure, di piccoli frutti neri e rossi, sottobosco e toni vegetali, anche balsamici. All’assaggio è pieno, succoso, appagante, con finale lungo ed elegante. Già godibile e nel segno della bevibilità.


Pinot Noir Estate 2017

93/100 - € 27

Da uve pinot nero provenienti dalle vigne di Pliska e di Potoče, con piante di 16 anni. Matura 16 mesi in barrique in quercia di Slavonia. Rubino tendente al violaceo. L’approccio olfattivo è profondo e complesso, concede note dapprima vegetali, poi fruttate di prugna e ciliegia, quindi viola, sottobosco e lieve china. Coerente al palato, teso e intenso, dal gusto asciutto e sapido, con ritorni di carbone al retrolfatto.


Pinot Noir White Label 2016

93/100 - € 50

Da uve pinot nero provenienti da piante di 16 anni del vigneto Potoče. Matura 16 mesi in barrique francesi Louis Latour. Intenso e scuro già nel colore, concede sensazioni tostate di caffè e cacao, quindi ribes e lampone in gelatina. L’assaggio è fresco, ricco e potente, ancora un po’ contratto nella componente tannica, ma lusinghiero di un’ottima evoluzione. Echi fumé al retrolfatto.


Pinot Noir White Label 2015

92/100 - € 50

Da uve pinot nero provenienti da piante di 16 anni del vigneto Potoče. Matura 16 mesi in barrique francesi Louis Latour. Rubino scuro e profondo. Ha olfatto intenso e caldo nelle percezioni di frutta rossa matura, ciliegie al maraschino, spezie e un’idea di alchermes. Più disteso del precedente al palato, seppur mai cedevole in freschezza, chiude fruttato, avvolgente e gradevolmente caldo.

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01/11/19 Redazione




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