Il vino settario

Credo che DoctorWine abbia sempre manifestato rispetto e considerazione per tutti quei produttori che dichiarano di voler praticare una vitienologia sostenibile, anche con l’adozione di tecniche ispirate all’agricoltura biologica o alla filosofia biodinamica. Premi assegnati a persone come Alessandro Dettori, a cantine come Querciabella, tanto per fare degli esempi, lo testimoniano nel concreto.

Quello che non ci piace, nel vino come in altri settori dell’umano agire, è l’atteggiamento settario, quello che non prevede discussioni e ragionamenti, che possiede la verità in tasca e non tollera chi prova a esercitare l’arte del dubbio. Personalmente vorrei sapere se usare in vigna venti trattamenti con solfato di rame inquini più o meno che un solo trattamento sistemico. Vorrei sapere se usare un po’ di anidride solforosa sia meglio o peggio per la salute che assumere acetaldeide, ocra tossine e simili. Mi piacerebbe leggere di sperimentazioni scientifiche su alcune delle pratiche agricole previste dal protocollo biodinamico. Tutto questo senza venire crocifisso sul web da coloro che sostengono un po’ fideisticamente queste posizioni.

Personalmente ho rispetto e sono curioso, ma sono anche un laico un po’ scettico per convinzioni, mi piace Cartesio più di Platone e credo nel progresso scientifico. Non sono il solo, peraltro. Gran parte degli studiosi di viticoltura e di enologia la pensano più o meno come me. Vado d’accordissimo con Luigi Moio, con Vincenzo Gerbi, persino con Anselme Selosse, oltre che, ovviamente, con Alessandro Dettori, biodinamico sì, ma dialogante e intelligente.

Guarda caso sono tutte persone che hanno a che fare con vigneti e vini, che sanno come vanno le cose, che sanno soprattutto che produrre sotto il cielo non dà mai certezze. Temo che coloro che non hanno tempo e voglia per mettere in discussione le proprie certezze non abbiano mai avuto a che fare con tutto ciò, è l’unico motivo che rende possibile comprendere il loro pensiero unico e settario.