La paranoia italica

di Riccardo Viscardi 20/11/20
2845 |
|
cantina con barrique

Sembra incredibile, ma ai giorni nostri c’è ancora chi critica i vini scrivendo di metodo invece che di attinenza al territorio.

Quando posso mi piace, non solo per aggiornamento ma anche per interesse, leggere qualche articolo di colleghi italiani ed esteri sul vino italiano. Sempre interessanti, a mio parere, quelli di Tom Hyland su Forbes (apprezzai molto quello sul grillo); evidente frutto di conoscenza diretta quelli di Monica Larner su Wine Advocate (ad esempio con le sue valutazioni sui Barolo 2016). Ma mi capita spesso, leggendo articoli della stampa italiana, di diventare triste, non per le valutazioni (ognuno è libero di valutare secondo i suoi parametri, ci mancherebbe altro) ma per le motivazioni per le quali vengono “cassati” alcuni vini. 

Sembra incredibile ma nel 2020 c’è ancora chi scrive di metodo invece che di attinenza al territorio, dando implicitamente del cretino al produttore di turno che non saprebbe comprendere come maturare il proprio vino. Non solo, ma il tutto verte come 30 anni fa sull’uso in quella zona delle barrique. 

Ovviamente molti cari colleghi italiani cassano sistematicamente tutti i vini in barrique, che casualmente sono i top di gamma dei vari produttori, con due “mantra” di questo tipo di giudizio: si sente la barrique, la vanillina sotto ogni forma, il vino è troppo muscolare e tutto ciò è sbagliato; un giudizio sul metodo e non sulle idee, appunto. 

Che ogni tanto ci sia qualche eccesso di legno è sempre accaduto e continuerà a succedere, ma è una questione di utilizzo di un dispositivo non il dispositivo sbagliato, e se fai critica dovresti capire la differenza.  Anche perché i produttori di barrique sono ovviamente moltissimi e ogni tonnellerie produce una grande varietà di barrique, quindi non esiste “la” barrique. Poi demonizzare un dispositivo dal quale nascono i più grandi vini del mondo, taluni anche italiani, mi pare un atteggiamento demagogico e poco costruttivo. Inoltre sentenziare che per quel vitigno la barrique sia sbagliata è un atteggiamento che poteva avere un senso negli anni ‘80 (quando eravamo ancora molto “ignoranti”) e non certo adesso. 

Inoltre se proprio ritieni che le grenache non vadano maturate in barrique forse è il caso di assaggiare i vari Bordò del Piceno che in barba al nome sono fatti proprio con la grenache. E, guarda caso, in barrique.





Editoriale della Settimana

Eventi

Aprile 2024
Do Lu Ma Me Gi Ve Sa
·
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
·
·
·
·

Newsletter

Iscriviti alla Newsletter "DoctorWine" per ricevere aggiornamenti ed essere sempre informato.

CANALE YOUTUBE

I NOSTRI CANALI SOCIAL