Qualità e prezzo

di Daniele Cernilli 13/07/20
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Pagamento con carta di credito acquisto vini

Non è solo il prezzo (basso) che conta: le parole sono due, c’è il prezzo ma c’è anche la qualità, e questo non va dimenticato mai.

Ricordo che verso la metà degli anni Ottanta Bartolo Mascarello, leggendario produttore di Barolo e “intellettuale di campagna” sosteneva che lui voleva vendere il suo vino a un prezzo tale che per una volta l’anno anche un operaio della Fiat avrebbe potuto comprarlo. A quell’epoca il prezzo in cantina era di circa 10 mila lire. Il salario di quel periodo era di 350.000 lire e quindi, a occhio e croce, una bottiglia costava quanto la paga di una giornata di lavoro. Se oggi facciamo il confronto con il salario attuale, tra i 1.200 e i 1.400 euro al mese, la cifra corrisponderebbe a 40 euro circa, più o meno. 

Per quel vino nello specifico, ma anche per molti altri, a causa di una richiesta interna e internazionale molto più elevata, il costo è aumentato di molto, ma non è questo il centro del problema che volevo trattare. Quello che volevo dire è che a quei tempi come anche oggi il rapporto qualità/prezzo non poteva essere inteso in modo univoco e tenendo presente solo prezzi particolarmente bassi. Andava e va contestualizzato. 

Un Barolo di buona qualità a 40 euro in cantina ha un ottimo rapporto qualità/prezzo nel suo genere come lo aveva nel 1985 quello di Bartolo Mascarello. Perché per produrre un vino di alta qualità ci sono costi e tempi di produzione infinitamente maggiori rispetto ad altri, e questo deve essere considerato. 

Poi esistono tipologie, denominazioni, addirittura intere regioni, che propongono in modo diffuso vini magari più semplici e dai costi molto più contenuti. Hanno prezzi inferiori e talvolta anche una qualità accettabile ma non comparabile con quella di un grande Barolo o di un grande Brunello. Vini “deliziosi”, come ho provato a definirli, che è altro da “grandi vini” ma è comunque qualcosa di molto importante per chi volesse avvicinarsi a questo mondo senza dover per forza squagliare la propria carta di credito. 

Inoltre, diciamocelo francamente, bere un grande vino non è qualcosa di quotidiano, per motivi economici, certo, ma anche perché attorno all’apertura di una bottiglia particolare, almeno a me, piace che ci sia un’occasione, un’attesa, una conquista come diceva Veronelli. 

Per il resto vale il rapporto qualità/prezzo come viene normalmente considerato, con una sola precisazione. Le parole sono due, c’è il prezzo ma c’è anche la qualità, e questo non va dimenticato mai.

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