Top Premier Cru di Borgogna: errore storico?

di Vinogodi 05/09/18
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Piramide Qualitativa vini borgogna

Tecnicamente i Premier Cru sono posizionati a un gradino inferiore della piramide qualitativa dei vini di Borgogna, dopo i Grand Cru. Ma spesso la loro qualità li porta ai vertici della zona.

La classificazione dei vini di Borgogna, sia bianchi a base chardonnay sia rossi a base pinot noir, ed escludendo gli uvaggi ritenuti minori, aligoté per i bianchi e gamay per i rossi, è piuttosto semplice e scalare:

  • Grand Cru: attualmente riservata a 33 vigneti e che rappresentano appena il 2% della produzione totale Borgognona. I vigneti Grand Cru sono così celebrati e famosi che in etichetta non viene riportato il nome del villaggio di appartenenza ma solamente il nome del vigneto.
  • Premier Cru: riservata a 562 vigneti della Borgogna e che rappresentano circa l'11% della produzione totale della regione. Il nome del vigneto è riportato nell'etichetta subito dopo il nome del villaggio di appartenenza, così come la classificazione (non obbligatoria: ad esempio, Madame Leroy classifica in etichetta del Domaine solo la dizione Grand Cru).
  • Appellation Village: considerata la vera prima classificazione di base, dove viene enunciato in etichetta il nome del village di appartenenza, riservata a vini prodotti unicamente in uno specifico luogo stabilito dal disciplinare.
  • Appellation Régionale: la denominazione Bourgogne in etichetta identifica vini prodotti con uve provenienti da diversi villaggi e spesso assemblando vini prodotti in diverse parti della regione… poi la distinzione in Blanc oppure Rouge… e basta.

Si parte dal presupposto che in Borgogna il terroir è un concetto fondamentale nella produzione dei vini e qui, come in nessun’altra parte del mondo, il rispetto delle caratteristiche e delle differenze dei singoli vigneti è una condizione essenziale dell'enologia borgognona.

Quindi, apparentemente, la classificazione è semplicissima, progressivamente lineare, senza apparente dubbio sulla scala di valori in campo. In realtà la Borgogna è un’ “eufonia” qualitativa, dove raccapezzarsi, per il neofita, è un labirinto pericolosissimo e, a volte, incomprensibile. Grande, determinante importanza ha “il manico”, la capacità quasi artistica del vigneron di declinare e interpretare questi due vitigni. Inoltre, mistero glorioso, anche i francesi sbagliano e, nel tempo, si è tragicamente compreso come alcuni cru di classificazione inferiore fossero migliori di tanti cru di classificazione superiore, sia per la capacità singola dei vigneron nello sfruttarne appieno il potenziale, sia perché, semplicemente, alcune aree “neglette” inizialmente si sono rivelate splendidi contenitori di meraviglie sensoriali, con l’evolversi della storia enologica.

 È proprio di questi “errori storici” che ci andiamo ad occupare, soprattutto dei Premier Cru, seconda classificazione in ordine di importanza, ma anche di alcuni Lieu Dit e Climat. Vini mitici, molte volte rarissimi, la cui qualità, accertata, li ha portati ad essere concupiti e scambiati a cifre tali da renderli esclusivi per la loro rarità e difficoltà nel reperirli, tanto da sopravanzare, nel desiderio dell’appassionato e nel giudizio della critica internazionale, la maggior parte dei Grand Cru esistenti.

Questo “rendiconto” è suddiviso in diverse puntate perché in diverse giornate “di studio” è stato effettuato l’approfondimento, proprio per non affaticare spirito e corpo nella valutazione e godimento di questi capolavori enologici.

Seguitemi nelle prossime settimane e mesi.





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