Bollinger rivela La Grande Année 2008
Una grande annata inusuale nel blend (grande spazio al pinot noir) e nell’habillage (cambiata la bottiglia e modificata l’etichetta) per questo champagne intenso e di grande vitalità.
Si compone sempre più il puzzle dell’annata 2008 già leggendaria ancor prima di raggiungere il mercato, spesso anticipata dalla successiva vendemmia 2009, e tanto attesa per le cuvée de prestige da aver scatenato scene di panico da approvvigionamento. La presentazione “mondiale” si è svolta mercoledì 27, seguita da quella italiana - mercato molto importante per lo champagne - a distanza di un giorno.
Che dire ancora di questa annata capace di unire un’eccezionale freschezza a una graduale e piena maturazione delle uve, se non che chi ha la fortuna, come Bollinger, di aver a disposizione un invidiabile patrimonio viticolo di 168 ettari gestiti secondo principi di sostenibilità HVE, ha avuto la possibilità di selezionare l’assemblaggio perfetto per creare quello che viene definito uno champagne de garde ovvero da lungo invecchiamento.
E così infatti sono inusuali per questa 2008 le proporzioni delle uve scelte dallo chef de cave Gille Descôtes, il 7° alla guida della Maison dal 2013 ma già coordinatore dei vigneti dal 2003. La Grande Année 2008 è stata realizzata con la seconda più alta percentuale di pinot noir della storia, ben il 71% accanto al 29% di chardonnay, preceduto solo dal 75% della leggendaria annata 1969.
Inedita anche la veste della nuova cuvée, perché Bollinger ha finalmente deciso di adottare anche per la sua cuvée de prestige l’iconica bottiglia “1846”, la “piccola magnum” già utilizzata per l’inconfondibile Special Cuvée e per il Rosé. E cambia anche l’etichetta, che riporta una dichiarazione di savoir-faire: “invecchiato in botte, remuage e sboccatura a mano”.
L’idea della Maison per il lancio di La Grande Année 2008 è unire l’artigianalità distintiva dell’elaborazione degli champagne Bollinger, con le eccellenze artigianali della gastronomia, per realizzare il perfetto connubio per una cuvée che si esprime al meglio accanto alla grande cucina.
Lo stile che Bollinger ha sempre perseguito e che continua a caratterizzare la produzione odierna è fondato infatti su quei cardini che La Grande Année è in grado di sublimare. Il primo è indubbiamente l’uso del legno, con vinificazione unicamente in piccole botti di rovere (con 20 anni di media) provenienti di secondo passaggio dal Domaine Chanson in Borgogna, della famiglia Bollinger, ormai l’unica ad avere internamente un mastro bottaio che si occupa della manutenzione delle barrique. Il secondo pilastro per La Grande Année è la scelta di effettuare remuage e sboccatura a mano e avvengono, dopo l’affinamento sui lieviti in bottiglie con tappi di sughero, in cui il processo di micro ossigenazione conferisce ai vini una palette aromatica ancor più complessa.
La Grande Année 2008 non avrà una versione Rosé e la Maison di Aÿ ha scelto questa eccezionale annata per affermare la radicata tradizione Bollinger, uno stile identitario che da oltre 150 anni segna un punto di riferimento, e che il nuovo habillage rafforza anche dal punto di vista dell’immagine.
La Grande Année 2008
97/100 – € 160
Assemblaggio prevalente di uve di proprietà da 18 Cru classificati Premier e Grand Cru, con il 71% di pinot noir dove giocano un ruolo importante Aÿ e Verzenay e il 29% di chardonnay con Le Mesnil-sur-Oger e Cramant. Il dégorgement del bouchon liège è avvenuto a mano a Luglio 2019 con un dosaggio di 8 gr/l di zucchero.
Il calice presenta tonalità dorate, figlie delle scelte di vinificazione, che anticipano la ricchezza della materia. Il profilo aromatico è intenso ma subito segnato da una grandissima freschezza: note di yuzu e pompelmo, pesca bianca e uva spina, seguite solo in un secondo momento da spunti di orzo tostato e miele, sfumature di zenzero grattugiato e zafferano. Il sorso è tesissimo e segnato da grande vitalità, ha una progressione agrumata molto precisa e una trama compatta che si discosta un po’ dalle generosità ampie delle precedenti annate, per focalizzarsi su una pulizia, una freschezza e una iperdefinizione inattese. Sarà decisamente interessante osservare le evoluzioni di questa interpretazione “bollingeriana” de La Grande Année 2008, che apparentemente ha lasciato molto più spazio all’annata che allo “stile Maison”.
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01/01/12 | Redazione |