Nasce il Monti Lessini Metodo Classico
Lessini Durello Metodo Italiano e Monti Lessini Metodo Classico identificano le due distinte identità che l’assemblea dei soci ha deciso di dare allo spumante autoctono della vecchia Doc.
Lo scorso anno la denominazione Lessini Durello ha compiuto 30 anni. Nata specificamente per tutelare gli spumanti autoctoni prodotti sul territorio, nel panorama campanilistico tipico italiano rappresenta un caso unico, con due province che si sono unite per costituire una denominazione. Gli elementi fondanti su cui è nata la denominazione sono stati essenzialmente due: un unico territorio collinare caratterizzato da suoli vulcanici eccezionali (solo l’1% della superficie terrestre ha questa straordinaria matrice) e dalla presenza della riserva naturalistica del Parco Naturale dei Monti Lessini e l’uva durella che su queste colline esisteva dalla notte dei tempi, e che appartiene a questi luoghi come la garganega.
La zona di produzione del Lessini Durello si trova sulle colline tra Verona e Vicenza, dove sono coltivati a durella 366 ettari sulle colline veronesi e 107 ettari su quelle vicentine, ma raramente rappresentano l’attività principale della cantina che la coltiva. Dei 428 viticoltori che coltivano quest’uva autoctona sono pochi (32) ma agguerriti quelli che hanno aziende socie del Consorzio, seguendo il trend dei vini ad alta acidità e mineralità da suoli vulcanici, com’è appunto la zona dei Monti Lessini.
L’uva durella deve il suo nome proprio alle caratteristiche che conferisce al vino, “aspro, astringente, duro”, con tratti spiccati di acidità e una struttura quasi tannica. Questi elementi sono oggi i presupposti per assecondare un movimento spumantistico di proporzioni sempre più grandi. Attualmente infatti la Doc Durello dei Monti Lessini conta infatti quasi un milione di bottiglie, di cui il 60% spumantizzato col Metodo Martinotti e un 40% Metodo Classico. Il percorso tracciato sin da subito nella denominazione è stato infatti quello della spumantizzazione, ma non tutte le aziende avevano scelto il Metodo Classico, preferendo anche per ragioni commerciali, e soprattutto legate al ciclo finanziario della produzione, il Metodo italiano (Martinotti).
Nel febbraio scorso e nuovamente in occasione di Vinitaly, il Consorzio Tutela Vini Lessini Duello ha annunciato un importante cambio nel disciplinare di produzione, allo scopo di valorizzare il metodo classico. Un cambio di prospettiva che è avvenuto soprattutto dalla sollecitazione di molti consumatori per rendere chiara la differenza tra i due metodi di produzione entrambi identificati però con la Doc Lessini Durello, puro sinonimo di bollicina senza dettaglio sul metodo.
La spinta a comunicare in maniera più corretta, ha portato il Consorzio alla scelta di usare il nome Monti Lessini per il metodo classico e Lessini Durello per lo charmat, evidenziando col nuovo nome per il Metodo Classico non solo la tipologia di vinificazione, ma anche la provenienza delle uve solo da territori di collina e la vendemmia solo manuale. Un’ardua sfida a livello di comunicazione perché la parola Durello che fino ad oggi è stata legata all’uva, ma anche al vino, viene ceduta di fatto al prodotto “meno nobile” ma nell’ottica della salvaguardia del vino è l’unica strada percorribile, perché consente di proteggere il vino come brand di territorio, visto che essendo durello il nome dell’uva non si può proteggere come marchio.
Si chiameranno così Lessini Durello Metodo Italiano e Monti Lessini Metodo Classico le due distinte identità che l’assemblea dei soci ha deciso di dare allo spumante autoctono della vecchia Doc. Un’importante decisione sul futuro di una denominazione in decisa crescita, in cui il ruolo delle nuove generazioni di produttori è determinante come propellente per far conoscere e diffondere uno spumante di tradizione fortemente legato a suo territorio e alleato fantastico a tavola, specialmente nelle versioni metodo classico meno dosate dove si svolge la malolattica, perdendo alcune durezze a favore di una maggiore piacevolezza.