Podere Salicutti e le due selezioni di Brunello

di Riccardo Viscardi 26/06/20
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Francesco Leanza e Stefan Peter Eichbauer

Francesco Leanza, creatore di questa nota azienda di Montalcino, ha concluso la sua collaborazione con gli acquirenti dell’azienda, che ora è totalmente in mano alla famiglia Eichbauer.

Torniamo a parlare di questa azienda ilcinese dopo la recensione del Brunello 2012. La cantina nasce dal sogno di un chimico siciliano, Francesco Leanza, che nel 1990 acquista il podere con olivi, poca vigna ed un paio di casolari; il  sogno si realizza con  la produzione di un Brunello molto caratteristico e molto attinente alla personalità di Francesco: schivo, austero che si impara ad apprezzare con gli anni. 

La figura di Francesco è importante per Montalcino perché è la prima azienda biologica del territorio e questa impostazione nasce in tempi “non sospetti”, quando fare biologico era una scelta di vita prima che produttiva. Negli anni lo stile del vino si è affinato ed evoluto con un uso del legno meno aggressivo rispetto alle annate di fine millennio, mi ricordo un fantastico 1997 in controtendenza con l’annata. Ora si usano in parte tonneau e botti fino ai 30 ettolitri ma questa scelta è frutto di una lunga ricerca che mi vede in accordo totale, ci vogliono contenitori diversi per assecondare le annate e mantenere uno stile aziendale coerente. 

Da qualche anno l’azienda è stata acquistata dalla famiglia Eichbauer che di recente ha visto terminare la collaborazione con Francesco, peccato. Sta accadendo spesso che a causa di un mancato rinnovo generazionale le aziende vengano vendute o a famiglie o a strutture finanziarie estere. Spero che la famiglia Eichbauer continui nel solco della tradizione aziendale che era molto dinamica. Per ora ci godiamo i vini ancora prodotti da Francesco, che nel 2015 sono molto buoni. Siamo nel settore sud orientale di Montalcino poco prima dell’areale di San Polo che sta diventando un posto di grande pregio. 

Abbiamo selezionato le due selezioni di Brunello 2015, il Teatro e la Sorgente che rispecchiano in maniera precisa l’evolversi dell’azienda e del pensiero di Francesco sul Brunello, essendo 2 vini molto differenti tra di loro. Il primo legato a una visione arcaica nel modernismo del metodo che vede il tannino e la potenza come un aspetto fondamentale per il Brunello da invecchiamento. Il secondo con un approccio più rilassato ed equilibrato che era tipico della seconda fase del progetto Brunello del nostro. È interessante come i due vigneti avessero in nuce queste differenti caratteristiche, come il percorso aziendale fosse tracciato dal fato e come Francesco non fosse altro che il tramite del territorio.

Brunello di Montalcino Teatro 2015  

94/100 - € 80

Da uve sangiovese, matura in tonneau e botti fino a 30 hl per 3 anni. Rubino compatto, mostra all’olfatto note di sottobosco scuro, foglie, funghi oltre alla naturale visciola. Trama gustativa serrata con tannini scalpitanti ma integrati che rendono la beva di impatto ma non rilassata. Ha bisogno di qualche anno ma poi il tutto si amalgamerà come vuole la tradizione aziendale. Ottimo il finale, potente e succoso.

Brunello di Montalcino Sorgente 2015 

95/100 - € 80

Da uve sangiovese, matura per 36 mesi in botti di vario taglio. Rubino brillante leggermente granato. Olfatto su frutti rossi, ciliegie, marasche e more, tabacco biondo, sottobosco estivo. Trama gustativa intensa, rilassata, ben equilibrata con una progressione salina accattivante. Il finale è elegante ed equilibrato.

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