Tra lago e montagna, Agraria Riva del Garda
Tra olio e vino, la cantina cooperativa di Riva del Garda sfodera una produzione che va tenuta d’occhio e coniuga alla qualità prezzi abbastanza contenuti, soprattutto in alcune linee.
Agraria Riva del Garda (abbreviato Agririva) è il nome della cantina cooperativa di Riva del Garda. Fondata nel 1926 oggi vanta 300 soci e imbottiglia 250.000 bottiglie di vino. Le produzioni infatti si dividono principalmente tra uva e vino (la Cantina Riva nasce nel 1957) e la coltivazione di olive e produzione di olio (è nel 1965 che si inaugura il frantoio).
Rappresentativa della produzione dell’Alto Garda, o basso Trentino che dir si voglia, questa realtà promuove i prodotti del territorio (e territori limitrofi) anche nel suo shop a Riva dove potete trovare davvero di tutto e nel cui cuore è custodita la Galleria del Gusto. Un angolo dedicato alla degustazione vino e all’abbinamento con il cibo.
I vigneti di Agraria Riva sono dislocati tra i comuni di Riva del Garda, Arco, Dro, Nago-Torbole, Tenno e la Valle di Ledro. In questi luoghi, a nord del lago di Garda è dove, qualcuno dirà che sono ripetitiva, si incanala e accelera la famigerata Ora del Garda. Quel vento pomeridiano che si genera a sud del Lago, lo percorre tutto (rendendolo meta per amanti della vela e del vento provenienti da tutte le parti del mondo) e spira fino al Brennero. La sua azione mitigatrice in questo tratto ha anche l’importante funzione di mantenere salubri le colture scongiurando umidità eccessive e garantendo sbalzi termici tra il giorno e la notte utili ai fini delle maturazioni fenoliche. A onor del vero devo aggiungere che all’Ora nelle ore mattutine, e in direzione opposta, si alterna il Péler.
In questo contesto autentico, fatto di varie altitudini, diverse esposizioni, venti amici e varietà la cui presenza sul territorio ormai è ben consolidata, protetti dalle montagne e illuminati dal lago, si adagiano i vigneti. Cantina Riva produce ben tre Trentodoc, tre prodotti dalla complessità crescente. I vini della linea Vista Lago (immaginate da dove possa prendere il nome) quasi tutti mono varietali tra bianchi e rossi e da vigneti in collina. Queste etichette usano la bottiglia iconica e personalizzata. E la linea le selezioni, che porta in etichetta i nomi dei masi e degli appezzamenti di riferimento. Completano il quadro la Collezione Apponale e la linea classica, più easy drinking ed entry level. Attualmente il 65% della produzione è bacca bianca, 35% rossa. Una percentuale variabile invece è certificata bio, con maggiore successo dalle produzioni collinari.
Complice la, ben più grande, cooperativa Cavit alle spalle, per Agraria Riva non mancano progetti di ricerca e sviluppo. Colture biologiche, Economia circolare, Progetti di sviluppo e impiego di piattaforme integrate sia in viticoltura che in olivicoltura atte, per fare un esempio, alla preservazione e caratterizzazione varietale.
In compagnia di Furio Battellini, direttore della produzione, ho assaggiato alcuni dei prodotti più rappresentativi. A colpire nel segno sono stati il Trentodoc Riserva Brezza Riva Pas Dosé 2018. 100% Chardonnay a un anno dalla sboccatura con un minimo di 36 mesi sui lieviti parlava di Chardonnay e di montagna. SPOILER: è in corso un cambio immagine, ma non posso dire altro. Il Pinot Grigio Vista Lago bio 2022, dove il Pinot Grigio fermenta in acciaio ma in parte anche in legno e svolge la malolattica costituendo un po’ il marchio di fabbrica dello stile di diversi vini bianchi di Vista Lago. Il Vigna Loré 2022, la selezione dove lo Chardonnay incontra per un 10% l’Incrocio Manzoni, tutto in legno piccolo dalla fermentazione alla maturazione. Per concludere con il Créa, Trentino Superiore 2019, Merlot con in aggiunta un 3% di Cabernet Franc. 15 mesi di legno e poi bottiglia, per un risultato al naso che parla di piccoli frutti neri e che al palato racconta la verticalità e la balsamicità di questo territorio. (Per leggere la descrizione organolettica, il punteggio e il prezzo, clicca sul nome dei vini).
I vini di Cantina Riva sono celebrati anche dalla cucina dello chef Peter Brunel, dell’omonimo ristorante stellato, partner di serate evento con cena degustazione. Con particolare riferimento al percorso di degustazione che lo chef ha pensato ispirandosi alle sue ricerche su Gabriele D’Annunzio. Parliamo quindi di infiniti utilizzi, anche creativi, di questi vini che si prestano dall’aperitivo al dolce passando per tutte le sfumature che questo territorio sa e può cogliere.