Villa Forano, il traino silenzioso dei Colli Maceratesi
Una zona poco considerata, quasi sconosciuta fuori regione. Un'azienda, Villa Forano, che con la Doc locale propone vini di carattere, sia bianchi da vitigno ribona in purezza che rossi in blend.
Sarà poco carino a dirsi, ma i Colli Maceratesi in trenta anni si sono lentamente, silenziosamente trasformati in una denominazione cuscinetto. Una denominazione schiacciata a nord dai Castelli di Jesi, ad ovest da Matelica, e a sud dal Piceno: ovvero le tre zone vinicole marchigiane più in voga.
Molte le ragioni di questa pesante, quanto purtroppo evidente, involuzione: dalla proverbiale mancanza di un'opera promozionale comune che superi i confini provinciali; all'assenza di personaggi leader, come sono - ad esempio - Ampelio Bucci, dell'azienda omonima, per i Castelli di Jesi, o Angela Piotti Velenosi dell'azienda Velenosi, nel Piceno. Se a questo si aggiunge un'assenza di coesione tra aziende, si comprende il motivo per cui la zona non riesce a darsi una identità enologica. Questo nonostante le potenzialità ci siano tutte.
Un vero peccato, perché i motivi di interesse non mancano: dalla bellezza della campagna, elegante e silenziosa, a quella dei centri abitati più importanti, come Macerata, Treia e Cingoli, fino alla qualità di alcune bottiglie, sia in rosso che in bianco.
Ma scendiamo nel dettaglio.
Il Colli Maceratesi Rosso è un vino totalmente sconosciuto ma di notevole interesse, nel quale si possono mescolare il sangiovese con due vitigni autoctoni aromatici: la vernaccia nera, con la quale non lontano dai Colli Maceratesi si produce anche la Vernaccia di Serrapetrona, e la lacrima, che vicino a Jesi si traduce in Lacrima di Morro d’Alba. Il risultato è quello di ottenere rossi non solo molto corposi (come di norma in zona), ma anche profumati e speziati, dai tannini freschi (cosa che in zona non è norma).
Ma il vero asso nella manica è probabilmente una tipologia di bianco, il Colli Maceratesi Ribona, ottenuto dal vitigno omonimo. Un vitigno che riesce a dare vini di notevole carattere, dalle potenzialità forse addirittura superiori al pecorino, e che nonostante questo è stato travolto commercialmente dalla più modesta passerina. Biotipo di greco bianco o, più probabilmente, di verdicchio, il ribona si traduce in zona in bianchi di medio corpo, un po’ aspri e piacevolmente amarognoli, con una nota di confetto e anice. Un bianco che non solo regge diversi anni di affinamento in bottiglia, ma addirittura non di rado migliora, mantenendo i tipici caratteri di austerità: una terziarizzazione nella quale si esprimono al contempo note metalliche, floreali e fruttate. Cosa che, bicchiere alla mano, fa pensare più ad un gran Verdicchio che al Greco di Tufo, che con il vetro esprime un carattere più pietroso/sulfureo.
La selezione Monteferro di Villa Forano contende alla Ribona della civitanovese Fontezoppa il podio della tipologia. Villa Forano è una delle aziende più belle di tutte le Marche, e si trova a Appignano, vicino a Macerata. Qui si produce vino dal Seicento (avete letto bene). Di proprietà della famiglia romana Lucangeli, oggi è gestita da Chiara Lucangeli. Un piccolo silenzioso traino per la zona, di cui costituisce una delle 2-3 aziende migliori.
160 ettari dei quali 20 vitati, con agriturismo annesso, e poi girasoli, erba medica, noceti, e molto altro. I bianchi vengono quasi tutti affinati in acciaio, i rossi fermentano e maturano in legno grande. Contrariamente alla norma, l’azienda immette sul mercato i vini solo quando cominciano a raggiungere l’apice organolettico.