Casanova di Neri, Tenuta Nuova: la guerra dei vent’anni (1)

di Riccardo Viscardi 06/02/18
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Abbiamo partecipato alla degustazione verticale delle prime 20 annate prodotte del Brunello di Montalcino Tenuta Nuova di Casanova di Neri. Partiamo con alcune considerazioni.

Montalcino, venerdi 19 gennaio. L'appuntamento è alla cantina di Casanova di Neri, dove è in programma la prima verticale di tutte le annate prodotte del Brunello di Montalcino Tenuta Nuova. Un vino importantissimo per la storia del territorio che fin dalla prima uscita, nel lontano '98 con l'annata 1993, ha creato due partiti: gli entusiasti e i falsi profeti. Questa seconda categoria pullulava soprattutto di critici  italiani e molti sono tuttora scettici. Peccato che questa verticale fosse ristretta a un numero limitatissimo di invitati: questi falsi profeti non potranno "redimersi" se non comprando bottiglie ormai introvabili.

Ma andiamo con ordine. A metà degli anni '80 un giovane Giacomo Neri decide di ampliare l’azienda con un'acquisizione che gli permetta di fare un Brunello dalle caratteristiche peculiari e diverse da quelli degli altri vini aziendali. Il progetto prevede un Brunello più ricco, con tannini meno isolati e una bevibilità maggiore fin dal rilascio sul mercato. Per ottenere questo, la sua attenzione si rivolge al lato meridionale di Montalcino da sempre indicato come il volto potente del Brunello. La scelta si stringe su una zona importante e famosa, quella di Sesta, ma leggermente più in basso di quella canonica dove la vegetazione da continentale diventa mediterranea con erbe officinali, mirto etc. Per la maturazione vengono scelte le barrique per ottenere un colore migliore e una vena fruttata maggiore che negli altri vini del territorio, questa almeno l’idea iniziale.

Fin dalla prima uscita il Tenuta Nuova diventa un successo commerciale nei mercati oltreoceano che impazziscono per questo vino e la critica americana gli attribuisce punteggi stellari. Al contrario, in Italia al successo commerciale non si affianca un commento positivo unanime della critica e solo il Gambero Rosso, sotto la guida di Daniele Cernilli, lo premia con continuità. Le critiche maggiori riguardavano l’uso delle barrique e dei tonneau, che venivano accusate di prevaricare la purezza olfattiva, con sentori che non si sarebbero mai amalgamati nel vino. Altra critica affermava che il vino non avrebbe retto nel tempo perché troppo arrotondato e morbido rispetto alla tradizione.

Beh mi dispiace per questi falsi profeti, ma la degustazione ha dimostrato che tutte queste perplessità erano assolutamente infondate e qualcuno dovrebbe avere il coraggio di ammetterlo.

La serata è stata bellissima, non solo per la qualità dei vini, quasi scontata, ma anche per il clima: scambiare opinioni con colleghi di fama mondiale come James Suckling (già guru di Wine Spectator, da qualche anno titolare del sito omonimo molto seguito nel mondo) e Monica Larner (voce "italiana" di Wine Advocate di Robert Parker) non capita spesso. Al mio tavolo anche il talento vulcanico di Luca Gardini e Pier Bergonzi, della Gazzetta dello Sport. Solo due testate erano accreditate per più persone e una di queste era DoctorWine, sono cose che fanno piacere e ringraziamo voi lettori perché è merito vostro e della fiducia che ci accordate.

La degustazione è stata meravigliosa, con un bell’atteggiamento degli invitati che a fronte di alcuni tappi poco performanti si scambiavano i bicchieri da un tavolo all’altro confrontando opinioni e rimbalzando commenti; molto bello, professionale e amichevole grazie al clima creato dalla famiglia Neri presente al gran completo. L’annata 1994 purtroppo era in un unico esemplare residuo, in formato magnum, e il maledetto tappo ha vinto; il 1999 aveva una variabilità elevata e quindi non ne parliamo (la mia era buona però). E ci asteniamo qui dall'aprire un dibattito sul malefico potere dei tappi di sughero.

Ma cosa ha evidenziato la degustazione?

1. indipendentemente dalle tecniche adottate in cantina il territorio si esprime in maniera evidente.

2. gli aspetti olfattivi del vitigno hanno guadagnato in longevità rispetto a vini dello stesso territorio vinificati diciamo “tradizionalmente”.

3. la variabilità vendemmiale e delle annate ha un forte impatto gustativo cambiando soprattutto il profilo tannico del vino.

Per finire, prima di passare agli assaggi, vorrei anche ricordare che il Brunello Tenuta Nuova viene tirato tra le 45.000 e le 70.000 bottiglie da circa 15 ettari di vigna, quindi un vino facile da reperire. Questo aspetto contribuì con l’annata 2001 a ricevere un premio importantissimo: quello di miglior vino del mondo per la rivista Wine Spectator, unico esempio di vino italiano proveniente da monovitigno autoctono.

Casanova di Neri
Titolare:
 Giacomo Neri
Podere Fiesole
53024 Montalcino (SI)
Tel. +39 0577 834455
Fax +39 0577 846177
info@casanovadineri.com
www.casanovadineri.com
Anno di fondazione: 1971
Totale bottiglie prodotte: 275.000
Ettari di vigneto: 65
Produzione di Olio

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