Sheep, il vino dell’uva ritrovata
L’azienda casertana Il Verro ha riscoperto il vitigno coda di pecora e, per ora unica in Italia, ne ricava un vino intrigante: Sheep.
Il valore di un territorio è dato anche dall’impegno degli uomini per salvaguardare e recuperare la sua storia e le sue tradizioni, come patrimonio di cultura. È ciò che succede alla piccola cantina Il Verro, di proprietà di Cesare Avenia, attuale presidente di Confindustria Digitale, che a Formicola - sulle colline del casertano - ha fondato nel 2003 l’azienda vitivinicola. Pallagrello bianco e nero, poi casavecchia e coda di pecora, sono le uve coltivate e vinificate in purezza.
Il vitigno coda di pecora a bacca bianca (all’epoca sconosciuto) fu ritrovato tra i vigneti misti a piede franco di uve locali che, all’atto dell’acquisto della proprietà, spuntavano tra i filari abbandonati. Con la collaborazione della Facoltà universitaria di Enologia di Portici si avviarono gli esami del Dna, le verifiche e gli studi ampelografici e morfometrici, atti a determinarne le generalità e a classificarlo e soprattutto a sottolinearne l’unicità. Si scoprì così che è un vitigno “nuovo” (cioè non inserito nel Registro nazionale delle varietà di uve da vino) ma che nel trattato sulla varietà di viti della Campania, scritto da Frojo nel 1875, la coda di pecora è citata come uva presente ai piedi del Montemaggiore, confermandone l’esistenza proprio in quell’areale.
Originaria della Magna Grecia, è un’uva particolare, con il grappolo compatto e lungo e ali evidenti. L’acino assume il colore giallo dorato carico e la maturazione è tardiva rispetto alle altre uve bianche campane, con la vendemmia che - in alcune annate - si protrae anche fino a fine ottobre, senza però mai perdere l’acidità.
Forte della scoperta di questo vitigno e dei suoi ottimi risultati in vinificazione, l’azienda Il Verro ha avviato fin dal 2005 le pratiche per l’iscrizione del coda di pecora nel Registro nazionale delle varietà, e con l’annata 2011 ha ufficialmente iniziato la produzione di Sheep, Terre del Volturno Igt. Il vitigno cresce in azienda su terreno vulcanico che conta la presenza del silex (silicio a scaglie) che regala ai vini note acri e un notevole potenziale di invecchiamento. Le uve sono vinificate e affinate in acciaio, conservando così i chiari profumi freschi di mela annurca, di canfora e di tiglio selvatico che contribuiscono alla sua pienezza gustativa. Un vino, lo Sheep, con spiccata sapidità e freschezza, che con il passare degli anni sviluppa una personale nota organolettica di eucalipto e poi di fumé.
Abbiamo selezionato quattro annate, significative per andamento climatico e per evoluzione del vino.
Terre del Volturno Sheep 2018
93/100 - € 16,00
Coda di pecora 100%. Acciaio. Giallo paglia dorato. Olfatto ampio di albicocca, fiori di acacia, melone e buccia di mela annurca. All’assaggio è leggermente allappante per gioventù, salino, acido e con un lungo finale appagante con ritorno della nota di mandorla fresca.
2.200 bottiglie.
Terre del Volturno Sheep 2017
90/100 - € 16,00
Coda di pecora 100%. Acciaio. Giallo dorato luminoso. Estremamente varietale nel preciso timbro di mela annurca, arancia sanguinella e tiglio. Glicerico, salmastro e acido. Finale caldo e persistente.
2.200 bottiglie.
Terre del Volturno Sheep 2013
93/100 - € 16,00
Coda di pecora 100%. Acciaio. Giallo dorato. Complesso nei profumi di canfora, sottobosco, aghi di pino ed eucalipto. All’assaggio è ricco, tonico e acido. Lungo finale con evidente nuance fumé.
1.800 bottiglie.
Terre del Volturno Sheep 2011
92/100 - € 16,00
Coda di pecora 100%. Acciaio. Giallo dorato. Accenni di albicocca disidratata, cedro, canfora e leggera nota di idrocarburo. Sorso fresco, vivace e salmastro. Caldo, avvolgente e persistente. Un vino ancora in evoluzione.
900 bottiglie.