Tutta la vita di Ornellaia Bianco
Abbiamo assaggiato le 7 annate uscite finora sul mercato del bianco di Ornellaia, una verticale molto interessante e istruttiva, che ha evidenziato il percorso che questo vino sta svolgendo.
L’ultimo nato in casa Ornellaia, iconico brand bolgherese, va alle elementari (7 vendemmie) e il direttore di produzione Axel Heinz con il suo staff gli dedica una verticale per confrontarsi con la critica italiana su come il progetto viene percepito e sulle possibili evoluzioni future.
Ornellaia Bianco nonostante la giovane età ha già conseguito tre grandi traguardi:
- grande successo commerciale, il vino è praticamente introvabile e il ridotto numero di bottiglie (5000 dell’annata 2013, 8000 per la 2017) crea qualche speculazione da parte di chi riesce ad averlo.
- ha dimostrato che un bianco di Bolgheri può avere lo stesso posizionamento commerciale del vino bandiera aziendale.
- ha spinto il Consorzio alla creazione del Doc Bolgheri Bianco per dare un percepito migliore a questa categoria di vini presenti sul territorio.
Sono dei risultati importanti per un bambino di 7 anni.
La degustazione partiva dalla prima annata prodotta, la 2013, e arrivava all’anteprima della 2019. Ornellaia Bianco si basa su un blend di Sauvignon sempre maggioritario, con un saldo più o meno importante di Viognier e piccole e saltuarie intrusioni di altri vitigni. Il tutto molto variabile in funzione delle annate.
Un vino ancora sperimentale in alcune sue forme, come anche nelle scelte dei legni che ha visto l’utilizzo di barrique variamente alternate tra nuove e usate (massimo un anno e mezzo) sia in funzione delle annate, che dei blend finali effettuati, che delle quantità, spesso esigue, ritenute idonee di questo vino. Ricordo che solo una piccola parte del possibile va in Ornellaia Bianco.
Tutto ciò mi ricorda il percorso della Lamborghini Miura, autoveicolo leggendario, che grazie alla sperimentazione su strada fatta dai clienti migliorò tantissimo la sua qualità. Siamo felici che DoctorWine sia inserito in questo percorso.
In coda all’articolo avete la degustazione dei singoli vini (cliccare sui nomi per aprire le schede), ma penso siano importanti alcune riflessioni generali nate durante il confronto tra le annate, che sono molto diverse tra di loro come andamento climatico.
Prima riflessione, Ornellaia Bianco ha una sua personalità che lo differenzia totalmente dall’altro vino bianco aziendale, il Poggio alle Gazze, nato a fine anni ‘80. Secondo, Ornellaia Bianco ha come riferimento la zona di Bordeaux con i suoi bianchi e anche questo è evidente correlando sempre più Bolgheri come the Italian way to Bordeaux. Terzo, sebbene minoritario, è chiaro che il dosaggio del Viognier nel blend influenza moltissimo il carattere del vino soprattutto nell’invecchiamento, gli altri vitigni servono proprio a indirizzare e valorizzare questo rapporto tra il Sauvignon e il Viognier che rimane difficile e quindi avvincente e sfidante (la via semplice sarebbe levarlo come avvenuto in qualche occasione ma poi la sfida perderebbe mordente). Quarto, il contributo del legno: nel progetto è centrale. Solo in un’annata come la 2016 è un filo invadente, in tutte le altre è sempre ben dosato e contribuisce positivamente alla personalità del vino senza prevaricare la personalità dei vitigni impiegati.
Nei prossimi anni la crescita delle masse disponibili per Ornellaia Bianco consentiranno una maggiore flessibilità nell’uso del legno, sia per la provenienza che per le dimensioni del contenitore. Le annate 2018 e 2019 sebbene molto differenti tra loro sono decisamente interessanti con due approcci diversi che rimarranno dei riferimenti importanti e solidi per il futuro di questo vino.
La degustazione è avvenuta nel ristorante Cracco di Milano che ha creato un menù perfetto per l’abbinamento delle varie annate. Tra gli indimenticabili piatti: la classica insalata russa croccante e il debutto di un salmerino in crosta assolutamente fantastico.
I prezzi di Ornellaia Bianco in enoteca sono molto variabili a causa di speculazioni dovute alla bassa produzione, in teoria non dovrebbe costare più di Ornellaia Rosso, sui 200 euro, ma è difficile trovarlo a meno di 250 euro.