Aglianico Irpinia Campi Taurasini Doc, la valorizzazione della purezza

Irpinia, zona dei comuni di Montemarano, Castelvetere sul Calore e Paternopoli, nell’estremità meridionale della denominazione Taurasi. Qui dove le vigne sono tra le ultime in Italia a portare a maturazione i loro frutti, si produce il Colli Taurasini Doc, una sotto-denominazione della doc Irpinia. È qui che l’enologo Vincenzo Mercurio ha dato vita, insieme a tre aziende, al progetto Comuni nel Vino.
Il progetto nasce con la volontà di produrre un aglianico dall’espressione “più genuina”, un vino fresco e bevibile già a 12 mesi dalla vendemmia. Una sorta di “fratello minore” del Taurasi ma con una carattere più brioso e meno austero, un vino da bere agevolmente e che si distingua dalla massa di vini a base aglianico considerati “da battaglia” e di scarsa qualità. Mercurio, quasi traslando il pensiero dell’economista Adam Smith, tiene a sottolineare la sua filosofia: “La qualità di un territorio vinicolo non si misura dalla punta di diamante delle poche bottiglie prodotte in eccellenza ma dalla qualità delle numerose bottiglie prodotte di vini base”. Ma questi vini presentati base non sono…
Tre comuni, tre terroir, tre giovani cantine che sorgono a pochi chilometri l’una dall’altra e tre coppie diverse si intrecciano per concretizzare Comuni del Vino: l’azienda agricola Stefania Barbot di Stefania Barbot ed Erminio Spiezia, coppia nella vita e nella passione per il vino, a Paternopoli; De’ Gaeta a Castelvetere sul Calore guidata dai fratelli Bruno e Salvatore Gaeta e, a Montemarano, RaRo di Raffaele Fabbrocini e Roberto Severino, amici da oltre trent’anni, entrambi innamorati di questo meraviglioso angolo di Campania.
Tra questi tre comuni scorre il fiume Calore che fa da spartiacque alle tre cantine. I vini ottenuti nella Doc Irpinia Campi Taurasini sono una piacevole fotografia del territorio e del vitigno, espressione piena e vera della straordinaria geodiversità della Campania. Tre vini diversi pur prodotti dallo stesso vitigno, con le stesse tecniche di allevamento in vigna e con le stesse dinamiche di vinificazione in cantina. Conduzione dei vigneti in biologico, solo acciaio e resa molto bassa (tra i 40 e i 50 quintali per ettaro, inferiori rispetto a quelle previste per il disciplinare del Taurasi) tra le principali caratteristiche in comune.
Le annate degustate sono state le 2013 e la 2014. La prima più calda e costante, le seconda “disgraziata”: prima un violento attacco di peronospora che ha decimato grappoli e in alcuni casi vigneti interi, quindi i frutti rimasti in vigna hanno dovuto subire il clima piovoso della fine dell’estate. Ma pur se frutto di un’annata difficile anche i vini del 2014 si sono dimostrati equilibrati e ben fatti.