Dall’alto della Torre di Oriolo

di Stefania Vinciguerra 02/10/19
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Centesimino sulla torre di oriolo

Il centesimino, vitigno autoctono romagnolo, è stato il protagonista di una degustazione che ho guidato nell’ambito di Calici sotto la torre. 

I lettori più affezionati forse ricorderanno che ho già scritto di centesimino, una varietà autoctona romagnola quasi scomparsa a metà del secolo scorso, recuperata e infine iscritta nel Registro Nazionale delle varietà di viti nel 2004.

La sua storia è quella che ritroviamo per altre uve regionali in giro per l’Italia, utilizzate in passato, dimenticate poi, spesso abbandonate a causa della fillossera, ritrovate casualmente e rintrodotte lentamente nelle vigne. A volte grazie all’opera delle Università, a volte (come nel caso del centesimino) grazie a privati. In questo caso si trattava di un certo Pietro Pianori, il cui soprannome - "Centesimino" appunto, dovuto alla sua tirchieria - passò all'uva, soppiantando quello precedente di savignôn(e) rosso. 

Il perché sono tanto affascinata da questa uva è presto detto: si tratta di un vitigno semiaromatico che ha dalla sua un profilo olfattivo decisamente indimenticabile: è floreale (rosa, viola, fiori d’arancio), fruttato (lampone, fragola, frutti rossi) e balsamico/speziato (anice, liquirizia). Il tutto a un ottimo livello di intensità.

Personalmente sono convinta che i rossi profumati siano i vini del futuro, almeno stando ai segnali che arrivano dall’estero, dove sono abituati a consumare vino fuori pasto, nel qual caso l’olfatto gioca un ruolo molto importante, più che nelle nostre abitudini di consumo, dove bevendo vino a tavola abbiamo anche i profumi del cibo a gratificare i nostri sensi. In Italia abbiamo una serie di vitigni particolarmente interessanti da questo punto di vista (penso, per esempio, al ruché in Piemonte, alla lacrima di Morro d’Alba nelle Marche, al frappato in Sicilia) che, se si unissero nella promozione, potrebbero presentare un volto nuovo del vino italiano e avrebbero quella massa critica che gli permetterebbe di farsi conoscere pur nelle diversità intrinseche.

Ma torniamo al centesimino. La sua zona di produzione è nelle Colline Faentine, in particolar modo nella zona di Oriolo dei Fichi e infatti i produttori si sono riuniti nell’Associazione Torre di Oriolo (la splendida torre del XV secolo che domina la zona), dove svolgono attività di promozione e valorizzazione del territorio sia dal punto di vista dell’enogastronomia che da quello culturale e naturalistico. 

In occasione di Calici sotto la torre sono stata chiamata a guidare una degustazione di centesimino sulla terrazza in cima alla torre, la location più bella in cui mi sia mai capitato di fare una degustazione. I vini proposti erano 7, diverse interpretazioni del vitigno ma tutti perfettamente riconoscibili. Avevamo quattro Centesimino del 2018 (La Sabbiona, Spinetta, Paolo Zoli e Podere Morini), un 2017 (il Monte Tarbato della Cantina San Biagio Vecchio) e due 2016 (il Romeo di Quinzân Pietro Bandini e l’Arcolaio di Leone Conti). Nonostante il Centesimino sia un vitigno che ha anche buone capacità di invecchiamento, preferisco qui soffermarmi sulle versioni annata. Ma prima un’ultima considerazione: stiamo parlando di vini che hanno tutti un prezzo estremamente accessibile.

Centesimino Ravenna Igt 2018 La Sabbiona

91/100 - € 9

100% centesimino. Affinamento in acciaio e cemento vetrificato. Colore rubino trasparente, naso intenso, vinoso e speziato, con riconoscimenti di piccoli frutti rossi. Bocca fresca e speziata, con una bella spinta gustativa verso un netto ritorno fruttato. Convincente. 

L’azienda produce anche un altro Centesimino, il Rifugio, che matura 12 mesi in barrique.

Centesimino Ravenna Igt 2018 Spinetta

89/100 - € 10

100% centesimino. Affinamento in acciaio. Analogo colore rubino, naso che punta deciso sulle nuance floreali, soprattutto di rosa. Si conferma la buona acidità tipica del vitigno in una bocca più corposa e sempre saporita. Disimpegnato. 

L’azienda produce anche un Centesimino Passito, l’Asso di Cuori. 

Savignone Ravenna Igt 2018 Poderi Morini

90/100 - € 8

100% centesimino. Affinamento in acciaio. Il rubino è più compatto e mostra sfumature violacee. Anche in questo caso, naso molto varietale, con rosa canina, fior d’arancio e fragoline di bosco. Le note aromatiche tornano in bocca, la freschezza accompagna il sorso verso un finale agrumato. Croccante. 

L’azienda, la più grande del comprensorio, produce addirittura altre 3 tipologie di Centesimino: uno spumante, il MoRosé Brut, il Traicolli, che matura in tonneau, e una versione passita, il Rubacuori.

Savignon Rosso Ravenna Igt 2018 Paolo Zoli

88/100 - € 9

100% centesimino. Affinamento in acciaio. Colore rubino più intenso e naso dai profumi incentrati su note calde e scure di liquirizia e frutti neri. In bocca è denso, quasi polposo, appena amaricante nel finale con un ritorno di liquirizia.

L’azienda produce anche una versione di Centesimino da uve stramature.

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