Etna: il vulcano diventerà bianco

Quando, 5 anni fa, Viscardi avanzò il dubbio che il futuro dell’Etna fossero i vini bianchi lo guardavano come un matto. Gli assaggi effettuati in occasione di Le Contrade dell’Etna gli danno ragione.
Le Contrade dell’Etna è sempre stata una bellissima manifestazione. Ideata da Andrea Franchetti, ha permesso a tantissime persone di conoscere il vulcano e le sue declinazioni enologiche, rendendolo il riferimento siciliano nel mondo. In questa edizione post pandemica, la prima dopo la scomparsa del suo ideatore, tutto è filato perfettamente.
Tantissime aziende presenti (90), quattro seminari condotti brillantemente da Federico Latteri, due annate di Etna Rosso, uno dedicato ai bianchi e uno per i rosati, evitato come la peste dal sottoscritto. Una bellissima conferenza del professor Attilio Scienza sui terreni, le esposizioni e la genesi del vigneto Etna. Insomma tanta sostanza e poche chiacchiere, evviva!
Da tutto questo materiale nascono alcune riflessioni, alcune amare altre meravigliose. Il tasto dolente sono i vini rossi, si proprio molti Etna Rossi. Sia nel seminario sull’annata 2019 che nella degustazione tra i banchetti ho incontrato tante delusioni, vini con sgrammaticature evidenti, tannini sovraesposti, volatili fuori misura, maturazioni eccessive. Poi ci sono “quelli bravissimi” e quelli “solo bravi” ma probabilmente la crescita velocissima della zona ha indotto alcuni ad imbottigliare senza avere o le strutture o le conoscenze adeguate per affrontare il Nerello nelle sue versioni mascalese e cappuccio, che risultano difficili da trattare senza una adeguata preparazione.
Incredibilmente il seminario sulla annata 2017 degli Etna rossi è andata meglio nonostante il millesimo complicato, ma avevamo molti vini dei “bravissimi”. Da questo si evince che più della contrada o del versante la differenza la fa ancora e grande il produttore. La recente fondazione del Consorzio dei vini dell’Etna dovrà lavorare molto per cercare di evitare una “forbice” così ampia nella qualità dei vini. Insomma sugli Etna rossi meglio affidarsi ai brand consolidati che cercare avventure.
Meravigliose le notizie sul fronte bianchista del vulcano, vini centrati con una personalità spiccata ed unici; un ritorno alla grande tradizione tracciata da Benanti con le mitiche annate degli anni ‘90 del Pietramarina, primo “reale” riferimento sulle potenzialità enologiche del vulcano.
I vigneti sono spesso giovani, ma per fare bianchi ci vuole scienza, conoscenza e una cantina degna di questo nome. Quindi ottimi bianchi provengono spesso dai “bravi” e i “bravissimi” e qui sì che le differenze sono sensibili in funzione di altezze, versanti e contrade, fortissimo sta andando la nuova denominazione Milo. Inoltre anche su vitigni alloctoni il vulcano dà una caratterizzazione spinta e unica che mi rende felice, perché quando avanzai il dubbio, 5 anni fa, sul fatto che forse il vulcano fosse più vocato per i bianchi mi guardavano come un pazzo.
Di seguito sei vini bianchi affascinanti.
Tenuta di Fessina
Etna Bianco A’Puddara 2019
96/100 - € 40
Da uve Carricante. Matura in botte grande 12 mesi. Paglierino con riflessi verdi. Olfatto sinfonico, tra note di agrumi gialli e rosa, mentuccia, fiori bianchi, note di finocchietto e il gesso. Trama scattante ma compatta con note sapide evidenti ma ben immesse in un sorso armonico, elegante e di grande personalità. Finale da fuoriclasse.
Aìtala
Etna Bianco Martinella 2018
95/100 - € 18
Carricante 70%, Catarratto e Minnella. Affina in acciaio per 12 mesi. Paglierino scarico con riflessi verdi. Olfatto nitido e intenso su fiori e agrumi gialli, poi note fresche leggermente verdi. Trama gustativa verticale con ricordi di gesso, sapida, progressiva e un finale coerente e molto persistente. Grande eleganza.
Cantine di Nessuno
Etna Bianco Milice 2019
94/100 - € 48
Da uve Carricante. Matura in tonneau per 7 mesi sulle fecce fini. Paglierino brillante. Olfatto intenso su note di finocchietto, salvia poi agrumi e un accenno di mandarino. Trama fitta e solare, sapida, bella freschezza ma progressione rilassata e succosa. Il finale è equilibrato e persistente con una nobile affumicatura.
Generazione Alessandro
Etna Bianco Trainara 2019
93/100 - € 20
Carricante con saldo di Catarratto. Affina in acciaio sulle fecce fini qualche mese. Paglierino scarico. Olfatto intenso su note di salvia, nespola, gesso e fiori gialli. Trama fitta quasi piccante, sapida e verticale ma la progressione è ampia come il finale molto saporito e persistente.
Quantico
Etna Bianco Quantico 2019
93/100 - € 20
Carricante con saldo di Catarratto e Minnella. Affina in acciaio per qualche mese sulle fecce fini. Paglierino scarico con riflessi verdi. Olfatto su note di uva spina, agrumi e un tocco di liquirizia. Trama fine e progressiva, molto sapida, elegante e intensa con un finale equilibrato e persistente.
Cusumano
Etna Bianco Alta Mora 2019
92/100 - € 18
100% Carricante. Affina in acciaio per qualche mese. Paglierino. Olfatto su note solari, di frutta gialla e ginestra, avvolgente e intenso. Trama gustativa succosa, sapida, rilassata con buona progressione e finale intenso dove torna una nota fumé.