Grignolino: il nobile ribelle
Ben tre i giorni dedicati a una delle uve più antiche e nobili del Piemonte, il Grignolino, con la presenza di oltre centro produttori, 129 etichette in degustazione, masterlcass tematiche e momenti più ludici con musica dal vivo e proposte di piatti della tradizione.
Tantissimi i giovani giunti da ogni parte del Piemonte e regioni limitrofe per la manifestazione Grignolino: il nobile ribelle, molti gli operatori Ho.Re.Ca nella giornata del lunedì dedicata agli operatori e molti, soprattutto, gli stranieri a conferma di come il Monferrato sia tra le zone enoturistiche più in espansione di questo ultimo quinquennio. E di pari passo lo sono anche i vini, l’attuale produzione si attesta attorno ai 2 milioni e mezzo di bottiglie con la Doc Grignolino d’Asti che supera il milione di bottiglie seguita dalla Doc Grignolino del Monferrato Casalese con circa 435 mila bottiglie. In crescita anche la Doc Piemonte Grignolino che segna un + 7,3% rispetto al 2021 sfondando il tetto del milione di bottiglie.
Nel nome dell’evento, Grignolino: il nobile ribelle, si racchiude l’anima un po’ anarchica di quest’uva rossa, che proprio per via della sua spiccata presenza tannica rende il vino spigoloso; ma di acqua sotto i ponti n’è passata da quanto il Grignolino veniva apprezzato, e consumato, da Casa Savoia, i produttori infatti hanno imparato a interpretarla, l’uva, e proporla nel mercato sottolineandone anche il suo grande potenziale evolutivo, sia in versioni vinificate in solo acciaio sia quelle in legno, di cui emblematici sono i Monferace, Grignolino che affina per almeno 40 mesi, di cui 24 in botte di legno. L’uva sorprende poi per la sua capacità di lettura dei suoli diversi nel Monferrato Casalese che, semplificando, hanno origini sedimentarie marine ad eccezione di alcune aree in cui prevalgono depositi alluvionali dove, però, la vite è cosa rara. Mediamente il pH del suolo subalcalino si accompagna a un contenuto di calcare piuttosto importante, che nel Grignolino si traduce in una accentuata presenza speziata.
Analizzando la Mappa di Enogea, a cura di Alessandro Masnaghetti, si apprende che l’areale si divide in due settori: uno occidentale e uno orientale. Nel primo troviamo La Valcerrina, Serralunga di Crea, Odalengo piccolo, Murisengo Alfiano Natta, Gabiano e Rubino di Cantavenna (queste ultime danno il nome ad altre due denominazioni specifiche che alla Barbera vedono un’aggiunta, rispettivamente, di 5-10% e 25% di Freisa e Grignolino). Nel secondo settore, l’orientale, ci sono invece San Giorgio Monferrato, Casale Monferrato, La Valle Ghenza e La Valle Grana. Nella Masterclass andata in scena lo scorso 11 marzo, in batteria si son presentati 14 vini di cui cinque prodotti tra Vignale e la Valle Grana, due nella Valle Ghenza e la restante parte nelle zone sopracitate. E se sui Monferace abbiamo trovato un livello assai elevato, al netto delle diverse annate presentate, non si può dire lo stesso su tutti i Grignolino 2021 e 2020, in alcuni casi volatili e ossidazioni deviavano un po’ naso e palato. Ma l’areale è in crescita e siamo certi che nel tempo troveremo una più importante solidità produttiva.
Questa seconda edizione della manifestazione organizzata dall’Ais Piemonte con le delegazioni di Asti e Casale, ha visto il supporto del Consorzio Barbera d’Asti e vini del Monferrato, del Consorzio Colline del Monferrato Casalese, delle Associazioni Produttori di Grignolino d’Asti Doc-Piemonte Doc Grignolino e Monferace, del Consorzio Gran Monferrato, con il patrocinio del Comune di Grazzano Badoglio, mentre l’aspetto gastronomico è stato curato dal ristorante Silos di Torino.
Questi gli assaggi che ci hanno convinto di più. Cliccate sul nome per aprire la scheda.