Il dinamismo del Bardolino

Negli ultimi 5 anni questa denominazione ha fatto importantissimi passi in avanti sia sul fronte della qualità che sulla consapevolezza del proprio terroir. I produttori sono uniti dietro le idee per ora assolutamente vincenti del direttore del consorzio, Angelo Peretti. Sono migliorati i prezzi al dettaglio e delle uve, è migliorata la distribuzione del prodotto, la tipologia è molto più coerente tra i vari produttori. Le sottozone verranno delimitate, come lo erano nei secoli scorsi, con un sistema assimilabile a quella delle appelation village francesi. Sono praticamente scomparse le interpretazioni del Bardolino modello Amarone come quelle imposte dal disciplinare Docg che si è rivelato una vera assurdità: ma chi lo aveva scritto e chi aveva dato l’ok dal ministero? Problemi superati dalla libera imprenditorialità dei produttori e dal mercato che certi vini, in questa zona, non li ha mai apprezzati.
In zona è anche avvenuta la Rosé Revolution che ha ridefinito i parametri del Bardolino Chiaretto dandone un posizionamento sul mercato molto importante e innalzandone la qualità, come abbiamo già scritto nel passato su DoctorWine. Importante stigmatizzare come i due percorsi dei vini principali della zona si aiutino vicendevolmente a migliorare la qualità e a ben definire i confini delle due tipologie che negli anni saranno sempre più marcate anche a livello territoriale.
Tornando al Bardolino l’annata 2015 si è rivelata più complessa per alcuni e più complicata per una buona parte dei produttori. Probabilmente il caldo estivo ha colto in contropiede più di un produttore che forse ha sbagliato la conduzione del vigneto ammaliato dal sole traditore. Ci auguriamo che si faccia tesoro dell’esperienza.
Riguardo le diverse zone di produzione possiamo affermare che l’andamento climatico ha decisamente influenzato le caratteristiche dando dei Bardolino più corposi e con dei profili olfattivi più indirizzati verso il frutto maturo. Un aspetto certamente positivo su vini che andranno consumati nel 90 % dei casi entro un anno o due, perché questo è il mercato vincente del Bardolino. Un vino quindi da consumare e che darà grandi soddisfazioni a chi lo metterà in tavola questa estate. E se i super appassionati (ma quanti sono e quante bottiglie comprano di Bardolino) non potranno disquisire troppo sulla provenienza morenica o più calcarea o tendenza argillosa del vino, beh problemi loro. Noi che i vini li beviamo, avremo una grande bevibilità un bella succulenza e nei casi migliori anche una acidità sufficiente e un tannino di ottima fattura. Sentire dire che la 2014 fu meglio mi sembra l’equivalente del giudizio fantozziano sulla famosa corrazzata Potëmkin.
Una chiosa finale; la zona è estremamente dinamica, quindi abbiamo sempre più aziende che si affacciano alle degustazioni con prodotti di pregio e i vini migliori non sono sempre i soliti noti. Abbiamo sorprese positive che danno il via a un circolo virtuoso di miglioramento qualitativo e un aumento della massa critica di qualità del prodotto, con grande beneficio del consumatore.
Di seguito i vini che più ci hanno impressionato alla anteprima di Lazise. Alcuni prodotti sia del 2015 che del 2014 non erano ancora imbottigliati e non sono stati riportati nella classifica qui sotto.