Le diverse interpretazioni della Doc Maremma
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Maremma Toscana: tanti terroir diversi, tanti vitigni - tra internazionali e autoctoni - tante diverse interpretazioni di una Doc giovane ma di buone speranze.
Quando i produttori hanno deciso di chiedere la Doc per la denominazione Maremma Toscana, che era una Igt, in molti si sono chiesti che necessità c'era di fare questo passaggio. La Maremma è una zona ampia e sembrava fosse difficile riuscire ad avere quell'identità territoriale indispensabile per una Doc. Eppure…È stato creato un disciplinare che prendesse in considerazione la ricchezza di vitigni coltivati in zona, il desiderio di sperimentazione che aveva dato slancio alla Maremma una ventina di anni fa e la necessità di darsi una regolamentazione più rigida per salvaguardare una qualità che cercava sempre più di affermarsi e i risultati non hanno tardato a mostrarsi. A giudicare dai numeri la scelta è stata vincente.
Dal 2014, data di costituzione del Consorzio di Tutela, le superfici viticole dedicate alla Doc Maremma Toscana sono aumentate di oltre il 40% e le uve raccolte destinate alla Doc hanno visto un aumento 20%. Infine, crescita vicina al 70% per i vini certificati e per quelli imbottigliati a Doc (5,5 milioni di bottiglie totali nel 2016).
La Maremma si caratterizza per una grande varietà di terroir (spiegano al Consorzio "dai suoli vulcanici a est del fiume Fiora, nel comprensorio di Pitigliano e Sorano, a formazioni prevalentemente marnose e marnoso-pelitiche sui rilievi collinari tra il Fiora e l’Ombrone, a suoli argillosi e argilloso-limosi nell’Alta Maremma, sui rilievi costieri di bassa collina e sulla piana alluvionale") e questa varietà ha trovato riscontro in un’ampia gamma di vitigni e di vini.
Ve ne presentiamo alcuni che danno un'idea della varietà di uve e di stili, fermo restando un'impronta territoriale riconoscibile soprattutto nel calore e nella salinità che accomunano le diverse etichette.