Romagna, reazioni scomposte

di Riccardo Viscardi 06/05/20
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Piccolo Brunelli Romagna Foto Massimiliano Baccolini

Le menzioni geografiche romagnole cominciano a farsi conoscere e alcune si muovono meglio di altre nella promozione. Sono casi da studiare più che da guardare storto.

L’ultima “gita” vitivinicola prima della chiusura legata all’emergenza Coronavirus è stata in Romagna, terra che mi piace molto per il percorso costruito enologicamente negli ultimi anni. L’anteprima Vini ad arte prevede ottime degustazioni con tantissimi produttori, il che dà uno spaccato importante della regione, inoltre anche accoglienza e manifestazioni laterali dedicate al pubblico sono assolutamente di livello e divertenti. Le menzioni comunali (MGA) hanno un buon successo sia di critica che di mercati, c’è una buona crescita qualitativa e anche gli stili di alcuni comuni sul sangiovese si stanno definendo. I prezzi sono stabili, convenienti per il consumatore, ottimo il rapporto prezzo valore, sia sul sangiovese che sull’albana, che vede idee nuove in vinificazione che stanno dando buoni risultati. Il mercato sta prendendo un suo indirizzo valorizzando il lavoro di alcuni comuni, pagando meglio alcuni sangiovese rispetto ad altri. 

Tutto ciò è assolutamente normale, accade da sempre, quello che mi ha colpito è lo strano atteggiamento di molti produttori verso questa naturale evoluzione del mercato. L’atteggiamento è di chiusura, di pensare a qualsiasi tipo di complotto, a incredibili macchinazioni alle loro spalle per esaltare i vini di quell’altro comune. Se invece analizzassero il perché di una attenzione maggiore da parte dei media, degli operatori? cosa e perché ha portato quel comune sotto gli occhi di tutti? Ma no, niente affatto, è più semplice pensare al complotto e così evitare di dirsi la verità che potrebbe essere molto semplice: sono stati più bravi, si sono mossi meglio. Cosa possiamo imparare da loro, cosa possiamo copiare e promuovere del nostro territorio? Purtroppo in Italia affermare che qualcuno sia stato più bravo sembra mission impossibile, in Romagna un crimine, soprattutto in campo viticolo.

Insomma tutti contro i produttori di Modigliana. Cosa hanno fatto di così tremendo? Si sono riuniti in un’associazione e tutti insieme hanno iniziato a proporre il loro territorio tramite alcune caratteristiche che lo contraddistinguevano, ogni anno organizzano un convegno dove invitano giornalisti, degustatori, pubblico per parlare del loro territorio e dei loro vini che cercano di interpretarlo; hanno delle discussioni al loro interno ma si presentano compatti verso l’esterno e il messaggio che trasmettono è coerente e oltre ad essere riconosciuto risulta premiante per il loro territorio. Ultima novità: hanno creato un Modigliana Bianco che si appoggia alla variegata tradizione bianchista del territorio che passa dal sauvignon Ronco del Re di Castelluccio al Le Campore del Pratello e altri più recenti, con un disciplinare elastico che mette al centro il territorio e vede i vitigni come interpreti dello stesso. Una visione molto moderna, che affonda le sue radici in un’idea di territorio che va oltre al vitigno, che come l’uomo diventa un tramite espressivo. 

Molti altri guardano, criticano e sbuffano ma non fanno nulla per valorizzarsi. Oriolo è nel mezzo, con il suo rosso centesimino, fantastico e unico che potrà avvalersi della menzione geografica, e un lavoro che sul bianco dovrebbe sfruttare il famoso (autoctono presente altrove solo in misura minima) ma che invece vedrà l’onnipresente albana e basta. 

Di seguito due sangiovese molto promettenti e in crescita continua, provenienti da territori molto diversi e guidate da persone con caratteri diversi che ben si identificano nei vini.

Romagna Sangiovese Le Armi Riserva 2016 Palazzona di Maggio 

92/100 - € 35  

La tenuta Palazzona di Maggio si trova sulle colline di Ozzano Emilia, a metà strada tra Bologna e Imola. 

Questa Riserva è da uve sangiovese, con resa di 45 q/ha. Matura in tonneau per almeno 24 mesi. Rubino intenso, olfatto integro e ampio su note fruttate di ciliegia, spezie e un tocco floreale molto convincente, leggermente affumicato. Trama gustativa compatta con una bella freschezza e il tannino equilibrato. La progressione è saporita e snella ed il finale succoso e molto persistente.

Bottiglie prodotte: 2.250.

Romagna Sangiovese Predappio Cesco 1938 2018 Piccolo Brunelli

90/100 - € 16 

L’azienda Piccoli Brunelli, in conversione biologica, si raggiunge addentrandosi dopo il paese di Predappio, sulla Strada San Zeno, verso l’Appennino. 

Da uve sangiovese, fermenta in cemento e matura in legno per circa 12 mesi. Rubino classico, mostra un olfatto fresco tra sottobosco autunnale, floreale e un tocco leggermente speziato. Trama elegante e nervosa, è un vino fresco di grande bevibilità con tannini austeri ma dalla progressione avvincente per bevibilità. Il finale è algido e saporito.

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