Sauvignon del mondo

Partecipare a un blind tasting di Sauvignon Blanc è sicuramente interessante e istruttivo. L'occasione me l'ha offerta l'azienda Ca' Bolani, del gruppo Zonin, che ha organizzato questa degustazione selezionando 15 tra i migliori Sauvignon italiani (Friuli e Alto Adige) ed esteri (Francia, California, Nuova Zelanda e Cile). Il criterio di scelta è stato semplice: i vini più premiati tra concorsi, guide o riviste. Invitati degustatori e sommelier italiani.
Il sauvignon blanc è un vitigno piuttosto particolare, un semi aromatico dal profilo olfattivo inconfondibile anche per i "profani". Talmente caratteristico che lo si odia o lo si ama, tertium non datur. Il suo successo è prettamente popolare, dato che i grandi intenditori di bianchi lo considerano poco, dividendosi preferibilmente tra gli Chardonnay della Borgogna e i Riesling della Mosella. Negli ultimi anni la fama di questo vitigno è cresciuta moltissimo anche grazie a studi effettuati nel Nuovo Mondo, in particolare la Nuova Zelanda che di questi vini ha fatto il portabandiera nazionale, proponendone una versione davvero interessante. Ma per l'affermazione del sauvignon sono stati fondamentali gli studi del compianto professor Denis Dubourdieu, dell'università di Bordeaux, che ha svelato i segreti dei componenti responsabili dei suoi profumi, dando quindi a produttori ed enologi le chiavi interpretative della sua essenza. Basandosi su questi studi, sono stati fatti passi da gigante anche nel nostro Paese, che si è dimostrato un grande interprete del vitigno con una contrapposizione tra Friuli, che propone una versione più calda e corposa, e l'Alto Adige, che gioca su acidità più alte. Così il regno della Loira si è visto attaccato e messo in discussione dai "nuovi" arrivati.
Per esprimersi al meglio il sauvignon necessita di determinate condizioni ambientali e agronomiche: buone escursioni termiche, buone precipitazioni, terreni non troppo grassi. Il suo nemico maggiore è il sole e il troppo caldo, quindi il grappolo va protetto con ampie coperture fogliari per non far decadere i precursori aromatici. Poi possiamo trovare profumi di passion fruit, foglia di pomodoro, lime e pompelmo anche rosa, in uno stile più da Nuovo Mondo, oppure note di bosso, sambuco e sandalo ad accompagnare quella vena più esotica. Ma comunque lo si voglia declinare, il sauvignon ha dimostrato di essere un grande vitigno.
La mia personale classifica non si è discostata molto da quella generale, salvo alcune inversioni. Vi propongo i vini che mi sono piaciuti di più, se volete le classifiche (sono due) frutto delle medie generali guardate qui.
Un rapido commento: ho notato che la maggior parte dei colleghi ha dato punteggi estremamente bassi, al punto che nella prima classifica (quella della media matematica) i primi classificati hanno 87/100, nella seconda (quella che prevede l'esclusione dei punteggi estremi) il primo ha addirittura solamente 81/100. Lo trovo assurdo, considerando che ci siamo trovati davanti a grandissimi vini. È vero che in degustazioni di questo tipo si tende a stare un po' più bassi con i punteggi, ma non vedere neanche un 90 lascia basiti.