Un Dolcetto per l’autunno

L’estate è finita e già la voglia di vino rosso cresce. Il Dolcetto è un vino delizioso con il vantaggio che si può bere anche fresco, un vino che ci prende per mano per portarci nel clima autunnale.
Il Dolcetto non è un vino dolce. Questo per sgombrare il campo dagli equivoci. Si chiama così perché deriva da uve omonime, che sono dolci ma non dolcissime, quindi “un po’ dolci”, che si coltivano in Piemonte, prevalentemente nelle zone di Alba e Dogliani, ma anche ad Acqui, ad Asti, nel Monferrato e anche in altre zone. Però Dogliani, dove non si può più fare il Barolo, è considerata la patria di elezione per questa tipologia, tanto che perde il nome del vitigno e si chiama con quello del comune di riferimento. Potremmo dire che Dogliani sta al Dolcetto come Barolo o Barbaresco stanno al Nebbiolo e Nizza alla Barbera.
Ma cos’è, cosa sono “i” Dolcetto e il Dogliani? Sono vini dal colore rubino violaceo carico, hanno in genere profumi molto fruttati e si bevono con grande piacere soprattutto quanto il clima diventa più fresco in autunno e abbinandolo con i cibi tipici della stagione. È fantastico con i bolliti misti, con i funghi, con la carne cruda all’albese, con gli agnolotti, con il pollo arrosto, con le lasagne.
Un rosso eclettico, che si può bere fresco di cantina, anche a 14 gradi di temperatura, che non presenta particolari spigolosità, ha un ottimo corpo, forse da giovanissimo qualche astringenza tannica, ma che fa della bevibilità la sua caratteristica migliore. In più non costa una follia e anche i migliori possono essere acquistati anche da chi non fosse milionario.
Qui ne propongo tre. Il primo è un Dogliani Superiore, un vero “top di gamma” nella sua categoria. Lo produce Marziano Abbona e si chiama Papà Celso, ed è dedicato a suo padre, ovviamente. Un vino poderoso, che può anche invecchiare qualche anno, ma che è ottimo anche da giovane ed è un vero fuoriclasse nel suo genere.
Il secondo è un altro grande esponente della famiglia “dolcettistica”. Si tratta del Dogliani Briccolero di Nicola Chionetti, nipote del mitico Quinto Chionetti, uno dei padri della patria dei vini di Dogliani. È forse quello che invecchia meglio nella sua tipologia, ed è considerato un grande classico.
Per il terzo dobbiamo spostarci ad Alba, e in particolare a Barolo, dove Luciano Sandrone, mitico e iconico produttore barolista, propone un Dolcetto d’Alba semplicemente delizioso, una di quelle piccole gemme da non perdere. E questo è il periodo dell’anno più adatto per godersene almeno uno.
Marziano Abbona
Dogliani Superiore Papà Celso 2020
94/100 - € 15,00
100% Dolcetto. Solo acciaio sui lieviti per 10 mesi. Rubino violaceo brillante. Nitido, tipico, con sentori di viola, amarena, ribes nero, accenni di pietra focaia. Sapore caldo, agile, salino, composto, con tannini bene integrati, corpo di ottimo spessore, finale di sorprendente persistenza per la sua tipologia.
Q
uinto Chionetti
Dogliani Briccolero 2019
93/100 - € 15,00
100% Dolcetto. Un anno fra cemento e botti grandi. Rubino molto intenso e vivo. Fragrante e fruttato, con note di viola, amarena, accenni di pietra focaia e di cassis. Sapore agile, salino, caldo, composto, con tannini appena accennati.
Luciano Sandrone
Dolcetto d’Alba 2018
94/100 - € 13,00
100% Dolcetto. Solo acciaio. Rubino violaceo intenso. Delizioso e tipico al naso, con sentori fragranti di piccoli frutti di bosco, viola e amarena. Sapore caldo e composto, salino, avvolgente, di strepitosa bevibilità. Una piccola meraviglia.