Finezza, purezza e delicatezza

di Francesco Annibali 09/01/17
1873 |
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Finezza, purezza e delicatezza

Ci sono volte nelle quali scrivere di un vino dovrebbe ridursi ad un ‘compratelo!’ e basta. Poi però ci ricordiamo che il compito di chi scrive è– appunto – quello di cercare di descriverlo, il vino. E, nel caso, spiegare perché vale la pena acquistarlo. Con il Sant’Ilario di Ca’ d’ Gal la risposta è di una semplicità disarmante: non riusciamo a pensare a un vino più piacevole. Non ci riusciamo proprio.

Saranno i terreni, fortemente calcarei, delle vigne dalle quali provengono le uve che lo compongono, sarà la complessità e la peculiarità della fermentazione alcolica, che inizia con lieviti indigeni e viene svolta molto lentamente, non lo sappiamo. Il risultato, ad ogni modo, è un Moscato d’Asti di una finezza, una purezza, una delicatezza e un contrasto struggenti. Un chicco di uva moscato montato a neve come fosse albume d’uovo. Con un pizzico di sale.

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