Il Santo Graal del Moscato d’Asti
Siamo abituati a pensare che il Moscato d’Asti sia un vino incapace di raggiungere grandi complessità, insomma, un vino che trova la sua ragion d’essere nella semplicità e immediatezza. Niente di più sbagliato, basta stappare il Vite Vecchia di Ca’ d’Gal per ricredersi.
Se vi va di assaggiare il più grande Moscato d’Asti di tutti i tempi e vi va anche di spendere un bel po’ di euro, quasi 50 per la cronaca, assaggiate questo vino. Lo produce una cantina leggendaria di Santo Stefano Belbo, che insieme a Canelli è la capitale del Moscato d’Asti.
Il proprietario di chiama Alessandro Boido ed è decisamente un visionario, perché ha pensato di produrre un vino straordinario con una varietà con la quale per anni si fece il vino che si vinceva al tiro a segno dei luna park. Mi vengono in mente Bela Bartok e George Gershwin, che da canti e musiche popolari hanno fatto dei capolavori.
Qui la cosa è analoga, anche se al posto di un brano musicale c’è una bottiglia di vino. Indimenticabile peraltro. Cliccate sul nome se volete leggere le mie impressioni.
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