Una guida laica

di Daniele Cernilli 08/10/18
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Daniele Cernilli Presentazione Guida Milano

Quando la leggerete lo vedrete: abbiamo realizzato una guida che si schiera dalla parte dei vini e dei viticoltori di qualità, a prescindere dalle loro convinzioni ideologiche.

Come avrete ampiamente capito dalle comunicazioni che stanno riempiendo il nostro sito in questi giorni, il 14 ottobre a Milano e il 21 a Roma verrà presentata la quinta edizione della Guida Essenziale ai Vini d’Italia, quella targata 2019 (siete tutti invitati, naturalmente). In un momento nel quale l’editoria enologica, e cartacea per di più, sembra esalare i suoi ultimi respiri, noi siamo inopinatamente in controtendenza, di libri ne vendiamo ogni anno un po’ di più e quest’anno usciamo persino con l’edizione in lingua tedesca, oltre che in italiano e in inglese.

Ci vuole un bel coraggio, vero?

Eppure ci stiamo provando e i primi segnali non sono affatto negativi, anzi. Le presentazioni si annunciano molto “gettonate” e soprattutto c’è voglia di una guida “laica”, che si schieri dalla parte dei vini e dei viticoltori di qualità, a prescindere dalle loro convinzioni ideologiche. Quando vedrete i punteggi più alti assegnati ve ne potrete rendere facilmente conto.

Ci sono grandi classici, il Sassicaia addirittura con 100 punti. E poi con 99 punti i vini prodotti da aziende che hanno in gran conto l’ecosostenibilità e ne fanno una bandiera. Come Montisci, Roagna e Querciabella. Poi due icone come l’Amarone di Dal Forno e il Masseto. E due grandi rappresentanti della vitienologia più moderna, come Gaja e Casanova di Neri.

Appena sotto, a 98 punti, rigorosi viticoltori come Vodopivec, Dettori, Perillo, Fino, Oasi degli Angeli, Gravner e De Bartoli. Accanto a Mauro Mascarello, alla Cantina di Terlano, a Vietti a Schiopetto, a Poliziano e ad alcuni nomi famosi nel mondo, come Antinori, Mastroberardino, Bertani e Ca’ del Bosco. In più due piccoli fuoriclasse come San Filippo a Montalcino e Zymé in Valpolicella.

E anche sui premi speciali questo “mix” molto laico fra produttori grandi e piccoli, convenzionali e non, vuole essere la cifra determinante del lavoro fatto. Così avremo Marco Casolanetti, personaggio chiave per la vitivinicoltura di alto artigianato nelle Marche, che avrà il premio per la vitienologia compatibile, mentre l’enologo dell’anno sarà Beppe Caviola, visionario winemaker di grande talento. Paolo Vodopivec e Piero Mastroberardino, due produttori diversissimi, avranno il premio per il miglior bianco dell’anno, e via così. Con il marchese Piero Antinori che quest’anno ha proposto una tale serie di vini da meritare ampiamente il premio di cantina dell’anno. Non è certo una novità, ma non si capisce perché chi lavora bene non possa essere premiato anche se è famoso. Sarebbe come dire che la Juve non deve vincere il campionato anche se è forte e gioca bene, e lo dice chi juventino di certo non lo è.

Per partecipare alla degustazione di Milano il 14 ottobre clicca qui: Presentazione Milano

Per partecipare alla degustazione di Roma il 21 ottobre clicca qui: Presentazione Roma





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