I vini trascurati

di Daniele Cernilli 19/06/23
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Il vino trascurato doctorwine

Il vino non si fa da sé, e chi lo dice (e lo crede) non tiene conto del fatto che il vino non è un prodotto della natura, ma richiede l’intervento dell’uomo. Premere l’uva e lasciare che fermenti da sola porta quasi sempre a risultati scarsi, a vini “trascurati”. Poi esistono vini prodotti nel rispetto dell’ambiente, ma in maniera corretta. Ed è un’altra cosa.

Come scrivo da anni non solo non ho nulla contro coloro che producono vini nel rispetto dell’ambiente, anzi, sono totalmente favorevole. Del resto, chi non lo è? Ho solo perplessità sull’opportunità di chiamarli “naturali” perché non esiste per il momento una legge che regoli la questione e che consenta perciò anche dei controlli, e questo lo dico per la difesa dei consumatori e non per convinzioni personali contrarie a certe tipologie di vini. 

Consentitemi però di raccontarvi un commento che ho sentito al bancone di un wine bar da parte di un giovane appassionato, che di fronte a un vino cosiddetto “naturale” ha detto più che naturale questo mi sembra trascurato, come quelli che faceva da sé mio nonno, che erano fatti solo di uva, ma che nessuno in famiglia voleva bere perché dopo qualche mese prendevano di spunto”. 

Avendo molti anni in più io ricordo il padre di una mia fidanzatina che sapendo che frequentavo i corsi dell’Ais mi obbligava a bere un vino che faceva lui, “solo con l’uva”, ovviamente. Comprava un po’ d’uva da un contadino, aveva attrezzato una parte del garage sottostante alla sua casa per pressare e vinificare, poi, finita la fermentazione, svinava, metteva tutto in una damigiana con un po’ di olio enologico e una pasticca di metabisolfito. Ovviamente dopo qualche mese la “pozione” era davvero complicata da mandar giù, ma lui ne era orgoglioso lo stesso e io dovevo berla e dire anche che non era male. 

Non voglio fare la caricatura dei vini “contadini” o dei vini “naturali” fra i quali ce ne sono sempre più di ottimi, peraltro, ma solo riprendere il concetto dei vini “trascurati”, quelli che vengono come vengono, dove l’uomo fa poco o nulla, e che riescono a venir bene raramente, perché la vinificazione, e anche la viticoltura aggiungo, sono processi “assistiti”

Non si può far vino se, come minimo, non si pianta una vigna, e in un posto giusto, non si innestano le viti, non si potano, non si decide la data di raccolta dell’uva, non si pressa in modo corretto, nel rispetto anche dell’igiene, non si seguono fermentazioni e affinamenti. Ci vogliono esseri umani che si occupino di tutto questo, perché il vino non si fa da sé, insomma, che è una cosa talmente ovvia e banale da non meritare altri commenti, almeno da parte mia. 

L’alternativa è il vino “trascurato”.





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