Siamo influencer anche noi

I numeri raggiunti sui social media ci definiscono tali. Al di là delle definizioni, cerchiamo di fare con onestà il nostro lavoro e questo evidentemente voi lettori lo percepite.
DoctorWine ha raggiunto i 27 mila follower su Instagram e oltre 92 mila su Facebook e quindi possiamo fregiarci anche noi del titolo di influencer. Certo, non sono i numeri di Italian Wines (Stefano Quagliarini), di Enoblogger (Emanuele Trono), o anche di The Italian Wine Girl (Laura Donadoni), che sono quelli tra gli italiani che vanno per la maggiore, ma non sono pochi, sono tutti veri e ce li siamo conquistati sul campo uno ad uno.
Molto va ascritto a merito di Filippo Greco Garattini che cura i nostri social, e che in un anno soltanto ha decuplicato il numero dei follower su Instagram. Da un altro punto di vista, alla bella età di 66 anni e a un passo dalla pensione, legge Fornero permettendo, mi fa un certo effetto sentirmi influencer, io che pensavo ingenuamente di essere un semplice giornalista. Però, mi sono detto, se questo è il termine e queste le modalità va bene anche così. D’altra parte non bisogna confondere contenuto e contenitore, e se sui social si usano definizioni del genere non è un problema, l’importante è continuare a fare informazione e a raccontare il mondo del vino, magari con uno stile un po’ più vivace ed essenziale e con immagini quanto più possibili adeguate, che è più o meno quello che ho sempre fatto e che fanno i collaboratori di DoctorWine. E che è quello che piace ai lettori dei social.
Nel nostro caso, inoltre, chi ci segue e chi interviene lo fa quasi sempre in modi civili, e questo è un fatto a cui tengo particolarmente. Noi non vogliamo brandire parole d’ordine indiscutibili, cerchiamo di raccontare le storie di chi lavora con passione nel mondo del vino e di segnalare prodotti, cantine, e da qualche tempo anche ristoranti, che ci sono piaciuti, con la maggiore trasparenza possibile, anche se qualcuno ultimamente mi ha definito “marchettaro” senza sapere bene cosa stesse dicendo. Se alla mia età ho ancora bisogno di lavorare è abbastanza evidente che se avessi fatto “marchette” ne avrei fatte poche e male, come minimo. Quindi in quel campo sono decisamente ma orgogliosamente molto scarso.
Del resto la stragrande maggioranza dei follower (vedete che imparo?) sembra apprezzarci, i commenti agli articoli sono spesso molto positivi, del che ringraziamo sinceramente, e per quanto riguarda il nostro lavoro cerchiamo di farlo con attenzione, rispetto per chi ci legge e con tutta la passione che possiamo metterci. Il mondo del vino è il mondo che amiamo, è pieno di persone per bene, di gente che lavora con impegno, e noi cerchiamo di raccontarvelo. Senza la pretesa di avere inventato chissà che o di avere salvato l’Umanità, sia chiaro, ma solo con l’intenzione di far conoscere posti e persone talvolta straordinari. E magari di farvi venir voglia di andarli a vedere e a trovare.