Stile ultraminimal a Jesi
In un quartiere anonimo del vero capoluogo regionale troverete – nell’ordine e nello stesso luogo – il migliore extra vergine, il migliore Chef e il migliore ristorante d’Italia. Questo luogo èl’Hostaria Santa Lucia, così come è descritta dal titolare, Gianni Giacani.
Uno che non è nato ieri, uno che utilizza una finta presunzione come scudo, a difendere una vera timidezza.
Uno che non riesce a tacere un desiderio di riscatto, tipico di chi si sente profondamente sottovalutato: ma per indole non ci pensa proprio ad andare a fare cippicippi ai vari congressi. Nonostante goda di una profonda stima da parte dei migliori colleghi regionali.
Gianni è un uomo tuttofare: produttore di extra vergine zona Champions, tutte le notti va al mercato ittico di Ancona (“anche quello de Citanòè buono, ma a Ancona c’è più scelta. E poi le pesciarole me se tirano tutte”, mi risponde, sorridendo, con quella cadenza jesina che fa tanto città di campagna) per portare il migliore pesce immaginabile ai tavoli dell’Hostaria.
La tecnica è profonda (e le innovazioni sempre studiate), ma sottaciuta e semplificata. Gli ingredienti sempre pochissimi, “altrimenti si neutralizzano a vicenda, come i colori dei quadri”. Il risultato sono piatti di stile ultraminimal, ad esaltare una materia prima che ha del miracoloso, e che in regione ha ben pochi rivali.
Bando ai malintesi: non tanto il mare visto dalla città, chiave interpretativa che di solito fornisce esiti borghesi, ad ‘educare’ lo iodato; ma il mare visto dall’alto, da un non-luogo puro, incontaminato. Algido, timido.
Uno ‘sguardo’ che fa di questa Hostaria uno dei migliori ristoranti regionali.
Nonostante i tanti - inequivocabili - limiti: arredo vecchiotto, servizio carente di empatia, porzioni da fotomodella.
Bei vini, con i Castelli di Jesi in giusto risalto. Astenersi cercatori di smancerie e, soprattutto, mangioni. Da 25 €.