Paradiso di Cacuci, tradizione d’altri tempi
Situata nel versante nord ovest di Montalcino, in una zona vocata e ulteriormente rivalutata grazie ai cambiamenti climatici, l’azienda Paradiso di Cacuci produce Brunello dallo stile tradizionale.
Paradiso di Cacuci è un’azienda storica di Montalcino, fondata nel 1964, e se il nome vi sembra nuovo è solo perché c’è stato un passaggio di proprietà: l’imprenditore Gogu Cacuci ha acquisito il Paradiso di Mauro Fastelli. L’azienda prende il nome dalla località in cui si trova, a nord ovest di Montalcino, e il nuovo proprietario ha deciso di non cambiargli nome, ma semplicemente di aggiungere il proprio, una sorta di dichiarazione di intenti, dal momento che niente – nella conduzione attuale – fa pensare che si voglia stravolgere qualcosa. Se ci sono stati dei cambiamenti è solo per incentivare la qualità nel solco della tradizione precedente.
Quindi è stata rinnovata la zona di fermentazione, sono state sì acquistate nuove botti, ma sempre in rovere slavo da 55 hl, per le lunghe maturazioni che per il Brunello sfiorano i 42 mesi. In pratica la filosofia produttiva non è cambiata, ma punta ancora più decisa verso la qualità. C’è una modernizzazione nei metodi di gestione, con un team professionale scelto con attenzione: l’agronomo Roberto Lamorgese, che sta studiando la transizione verso la conduzione biologica, l’enologo Giuseppe Gorelli per gli assemblaggi finali, il responsabile della comunicazione e delle vendite Francesco Ditta e l’amministratore delegato Marius Raulea.
L’azienda, situata a 370 metri di altitudine su terreni caratterizzati da un equilibrato impasto di argilla, elementi sabbiosi e calcarei, consta di 6,5 ettari di cui 5 iscritti a Brunello, 1 a Rosso e 0,5 a Igt Toscana. Oltre al Brunello di Montalcino, annata e riserva, l’azienda produce anche il Rosso di Montalcino, un rosato sempre da uve Sangiovese e l’Igt Pavla, 70% Sangiovese, 15% Cabernet Franc, 15% Merlot, per un totale di circa 30mila bottiglie. Si aggiunge una grappa invecchiata di Brunello.
La vocazione all’accoglienza si riscontra sia nel percorso proposto per le diverse esperienze di degustazione (la tasting room è stata rinnovata di recente e inserita nei locali anticamente adibiti a stalla) che nella struttura dedicata all’hospitality, la residenza tradizionale situata tra i vigneti con le facciate in pietra, i soffitti a mezzane e travi di castagno e i pavimenti in cotto artigianale. Ci sono 4 stanze, un bel soggiorno e un’ampia cucina e tutte le stanze godono della vista sul territorio circostante.