Turismo del Vino leva strategica per la ripartenza
Il libro Turismo del Vino in Italia, del senatore Dario Stefàno e di Donatella Cinelli Colombini, è stato presentato stamattina alla presenza dei ministri del Turismo Garavaglia, della Cultura Franceschini e delle Politiche Agricole Patuanelli.
A testimonianza di come l’enoturismo sia elemento strategico per la ripartenza post Covid del Sistema Paese, la presentazione del libro Turismo del Vino in Italia (definito a più riprese un manuale, una guida, un sussidiario) è stata l’occasione per coinvolgere il mondo delle Istituzioni, sottolineando l’importanza della fusione in un progetto unitario al fine di elaborare una strategia congiunta di rilancio. Come dimostrano sia il luogo scelto per la presentazione - la Sala Caduti di Nassirya di Palazzo Madama, sede del Senato - sia gli ospiti presenti: tre membri dell’attuale Esecutivo, ovvero il ministro della Cultura Dario Franceschini, il ministro del Turismo Massimo Garavaglia e il ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Stefano Patuanelli.
È emersa una visione comune sull’importanza del turismo enogastronomico quale motore per la ripartenza di un settore, quello turistico appunto, che è fondamentale per l’intero Paese. Da qui la necessità di un piano strategico che sfrutti anche gli elementi forniti nel libro, un vero manuale che offre una visione “dall’interno” del settore.
Questo libro è il primo manuale dedicato all’enoturismo pubblicato dopo l’approvazione della norma nazionale, scritto a quattro mani da chi, da prospettive differenti, vive l’impegno di valorizzare il comparto del vino italiano. Turismo del vino in Italia. Storia, normativa e buone pratiche (Edagricole) è il titolo completo del volume, scritto dal senatore Dario Stefàno, autore della legge sull’enoturismo, e dalla produttrice Donatella Cinelli Colombini, storica fondatrice del Movimento Turismo del Vino.
"Aver normato l’enoturismo - ha commentato il senatore Stefàno, presidente della Commissione Politiche europee - è stato un primo obiettivo importante per un Paese come il nostro che vanta una ampelografica unica al mondo e una potenzialità di sviluppo senza eguali, che però necessitavano di una legittimazione normativa. Ora a quel passaggio deve seguire una capacità strategica fuori dal comune, perché l’enoturismo può essere una leva competitiva importante anche in chiave di ripartenza, poiché ci permette di qualificare l’offerta turistica con tratto identitario esclusivo, qual è il nostro vino. Certo, oggi assistiamo al crollo del turismo estero, causato dalla pandemia che ha messo in ginocchio ristoranti, alberghi e città d’arte. Occorrono lungimiranza e un nuovo modello di turismo, ma anche di agricoltura e di imprenditori: giovani, digitalizzati, rispettosi della natura e professionalmente preparati".
Bisogna, dunque, tener conto dei cambiamenti intervenuti nell’enoturismo a seguito dell’epidemia Covid19, ha sottolineato Donatella Cinelli Colombini: "che sono essenzialmente quattro: la necessità delle cantine di differenziarsi di fronte a visitatori che chiedono esperienze e scoperte, il ruolo accresciuto della connettività internet e le nuove modalità di prenotazione, il cambio di target con una crescita delle donne e degli ‘enoturisti per caso’, gli effetti di una sensibilità ambientale più accentuata che in passato”. È indispensabile che i tre ministeri qui presenti oggi con i rispettivi ministri lavorino di concerto per far sì che l’enoturismo diventi sempre più volano di un’economia che non è solamente agricola ma anche culturale (la Cinelli cita il progetto caro a Franceschini “Borghi da scoprire” come esempio di possibili sinergie: la maggior parte dei borghi si trovano nei territori del vino, che sono ricchi anche di città d’arte). Cinelli Colombini ha sottolineato, infine, la necessità di formazione del personale, una formazione multidisciplinare, dal momento che l’enoturismo non è solo una questione di vino, cibo e arte ma anche di economia.
Sintetico l’intervento del ministro della Cultura, Dario Franceschini, per il quale "La cultura del vino è parte integrante dei caratteri identitari del nostro Paese, anche nel suo aspetto fisico, se non altro perché contribuisce a rendere unico il paesaggio della Penisola al punto che alcuni territori vitivinicoli sono riconosciuti patrimonio Unesco. Se i turisti vengono in Italia è perché il nostro Paese offre un mix di bellezza, arte, storia, shopping e non ultima un’enogastronomia di eccellenza”. Nel recuperare casali di campagna diroccati - un impegno che il ministero sta portando avanti - si potrebbero identificare luoghi da mettere a servizio dell’enoturismo.
Il ministro del Turismo Massimo Garavaglia ha parlato soprattutto in termini operativi, sottolineando come serva organizzazione e come occorra fare al più presto un piano strategico enogastronomico che unisca i tre ministeri. Il libro offre moltissimi spunti interessanti, identifica problemi e dà soluzioni: è uno strumento molto valido da cui partire per affrontare al più presto la situazione.
“La pandemia ha interrotto il moto delle popolazioni verso le megalopoli per riappropriarsi delle aree interne, degli spazi non urbani - ha sottolineato il ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli -. Nel futuro molti scenari saranno diversi da come li conosciamo, il futuro è sviluppo, tecnologia, innovazione, connessione. Dobbiamo offrire infrastrutture che devono funzionare, che devono essere un mezzo per incrementare e promuovere l’enoturismo”.
In conclusione è apparso evidente come sia sempre più centrale il ruolo dell'enogastronomia nel turismo. L’emergenza sanitaria ha bloccato a livello globale un miliardo e quattrocento milioni di viaggiatori l’anno con un business mondiale intorno ai 1.300 miliardi di euro. Le destinazioni del turismo del vino, grazie alla loro diffusione sul territorio nazionale, alla disponibilità di spazi aperti, sono sembrate subito una valida alternativa alle tradizionali destinazioni di viaggio. In questo quadro, l’Italia vanta il primato in Europa dell’offerta enoturistica con circa 8mila cantine attrezzate per l’accoglienza, 20-25mila cantine aperte al pubblico per la vendita del vino e 150 strade del vino. L’enoturismo è una delle punte più avanzate della multifunzionalità e della diversificazione delle attività agricole della Penisola e costituisce uno degli strumenti più validi ed efficaci per lo sviluppo dei sistemi rurali e per la promozione e tutela delle eccellenze italiane.
Turismo del vino in Italia
Storia, normativa e buone pratiche
di Dario Stefàno e Donatella Cinelli Colombini
Ed. Edagricole – News Business Media
Collana "Strategia e Management"
Pag. 198 - € 18,50
Una panoramica sul fenomeno dell’enoturismo in Italia, contestualizzato all’interno di un giacimento vitivinicolo unico al mondo ed una varietà ampelografica di alto valore paesaggistico, naturalistico ed economico-produttivo. Un vademecum su tutto quello che c’è da sapere sulla sua storia e il suo inquadramento concettuale e normativo, sulla scia soprattutto dell’approvazione del decreto del 12 marzo 2019 che disciplina il settore, sempre più asset strategico per lo sviluppo della vitivinicoltura italiana. Ma anche una guida per gli imprenditori, che ivi trovano raccolti consigli e regole da seguire per collocare la propria cantina tra le wine destination più ricercate e gestire l’enoturismo in una logica di sviluppo economico e sostenibilità ambientale e sociale, tenendo comunque presenti tutte le prescrizioni di sicurezza necessarie in tempo di Covid19.