Proseccapocalypse: ovvero, la grandinata a Valdobbiadene

di Sissi Baratella 30/04/19
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Proseccapocalypse: ovvero, la grandinata a Valdobbiadene

Il 26 aprile, verso le ore 21.00, in provincia di Treviso, nel cuore della zona di produzione del Prosecco di Valdobbiadene Docg è avvenuto un evento più unico che raro… una grandinata che ha lasciato tutto di sasso.

Ahimè, come spesso accade, le critiche più severe, con una buona componente di “leoni da tastiera”, si è scatenata sui social network tra punizioni divine (per qualcuno pure giuste!) e sincera preoccupazione. Cerco allora di capire, dopo un paio di giorni dal fattaccio, quali danni effettivamente ha causato questo avvenimento. Per farlo ho avuto bisogno dell’aiuto di chi il territorio lo vive tutti i giorni e della vigna ne ha fatto praticamente la sua prima casa; ho intervistato Marco Rosanda, enologo e titolare dell’azienda Col del Lupo, una piccola realtà a gestione famigliare che da tre generazioni produce uva glera e vino Valdobbiadene Docg.

DoctorWine: Ciao Marco! So che sei impegnato e che sei in vigna, ti rubo solo pochi minuti… mi racconti cosa è successo e come sta andando dalle tue parti?

Marco Rosanda: Ciao Sissi! Nonno Aldo mi portava con sé nel vigneto che avevo solo 4 anni. In 40 anni di girovagare per vigne non ho mai assistito a un fenomeno simile, e anche confrontandomi con i “vicini di campo” più anziani ne ho avuto conferma: quello di venerdì scorso è stato decisamente un avvenimento eccezionale. Una grandine copiosa e fitta ha colpito una fascia di territorio grandissima: ha coinvolto Campea, Guia, Miane, San Pietro di Bardozza, Santo Stefano, e infine le zone di Colbertardo e Col San Martino… davvero non si era mai visto, eppure per il momento il danno, almeno in generale, non sembra essere così grave o definitivo.

DW: Davvero? Quindi niente danno alla produzione?

MR: Difficile dirlo con certezza, almeno per il momento, ma per quello che ho visto e sentito le infiorescenze sono ancora sulla pianta e non sono state danneggiate, sono in una fase ancora molto compatta e forse questo ha giocato a loro favore. Senz’altro tralci e foglie sono stati danneggiati, ora come ora avremo più problemi in termini di potatura per l’anno prossimo piuttosto che di raccolta. Personalmente ho notato che alcuni dei tralci che avevo già individuato per il rinnovo vegetativo sono andati persi; dovrò optare per la “seconda scelta”, magari meno allineati col filare ma pur sempre parte della pianta. Senza considerare che ora le piante, messe a dura prova dal mal tempo, cacceranno tralci “senza pietà” a mo’ di difesa, probabilmente mi traferirò a vivere in vigna perché sarà un lavoro infinito cercare di fare ordine…

DW: Ah perché non era già sempre lì? Scherzi a parte… Sei intervenuto a livello fitosanitario?

MR: Immediatamente, ho cicatrizzato le ferite e i tralci mozzati con zeolite e tentato di sanificare il più possibile con lo zolfo; la mia è una conduzione biologica non potrei fare altro. Quello che mi preoccupa sono le previsioni meteo dei prossimi giorni; pioggia, pioggia e ancora pioggia che andrà a dilavare i prodotti delle piante… Di positivo c’è l’abbassamento delle temperature che sicuramente rallenta l’eventuale sviluppo di muffe, ma anche l’avanzamento vegetativo della pianta… quindi, da questo punto di vista, rimaniamo un po’ fregati, cerchiamo comunque di vedere il lato positivo.

DW: Il motto della tua azienda è “High Hills, High Quality”; qualche differenza tra alta collina e bassa collina?

MR: Purtroppo per noi sì… i vigneti più bassi paradossalmente, ricevendo meno sole, sono leggermente più indietro e il danno è stato contenuto. Le nostre vigne in alta collina invece, baciate dal sole, sono più avanti e germogli e grappoli sono stati inevitabilmente più esposti alle intemperie.

DW: Abbiamo visto foto davvero allarmanti di cumuli di grandine a bordo delle strade… ma dei vigneti ho visto poco, mi mandi qualche foto?

MR: Certo ti mando volentieri delle foto dalla vigna così puoi vedere con i tuoi occhi. Credimi, il danno più grosso, invece che la grandine, l’hanno fatto i media… su Facebook ho letto insulti ai produttori, gente che inneggiava a vendette divine meritatealle volte bisognerebbe proprio fare un passo indietro e cercare di immedesimarsi nei panni di chi vive di questo e crede nel proprio lavoro… ho letto anche che il Prosecco è un vino di m****, ma per assurdo la zona colpita da questo fatto è la zona più vocata in assoluto, con colline ripide (39% di pendenza) fittamente popolate di piccole piante di vite, impossibili da affrontare con i macchinari. Siamo contadini, siamo artigiani, crediamo in quello che facciamo. Non ci meritiamo questi insulti.

DW: La vostra è una viticoltura eroica, lo so, ho avuto la fortuna di vederla di persona. Io ti ringrazio e non ti rubo altro tempo, incrocio le dita e spero presto di brindare assieme a te a “un’ottima annata” con un calice del mio vino Col del Lupo preferito… il tuo L’Aldo colfondo!





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