Vino e Musica: Mark Knopfler e Montiano di Cotarella

di Redazione 08/04/21
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Vino e Musica Mark Knopfler e Montiano di Cotarella

L’appuntamento con le grandi recensioni musicali di AFdigitale.it curate da Diego Scardocci presenta Golden Heart di Mark Knopfler. L’abbinamento proposto da Daniele Cernilli è con il Montiano 2017 Lazio Igt della Famiglia Cotarella.

 

di Diego Scardocci

Primo lavoro solistico dopo lo scioglimento dei Dire Straits, mise in luce la vena piuttosto poetica e morbida di uno tra i chitarristi più amati, musicista davvero trasversale il cui suono è assolutamente riconoscibile. Un disco bellissimo dove convivono atmosfere country, richiami celtici e suadenti ballate.

Mark Knopfler, Golden Heart: il disco

Praticamente da sempre, Mark Knopfler si è tenuto piuttosto lontano dai tipici atteggiamenti da rock star, tanto da risultare quasi sommesso nel suo vivere la leggenda. E già, perché quando si parla di guitar heroes non può non venire in mente lui, il mitico chitarrista dei Dire Straits, quello che col suo strumento ha caratterizzato il sound della band in modo assolutamente iconico.

Il suono e la mano di Knopfler sono straordinari e la cifra stilistica è riconoscibilissima, davvero si fatica a credere che la cosa sia dovuta a un suo limite che agli inizi della carriera egli ha trasformato in vantaggio. Infatti, per sua stessa ammissione, non riuscendo ad usare convenientemente il plettro sviluppò una tecnica assai caratteristica che fa uso di pollice, indice e medio la cui combinazione riesce a rendere particolare l’attacco delle corde, il pluck come si definisce in gergo. A questo va aggiunta la sua natura di mancino, malgrado egli utilizzi la chitarra come se non lo fosse, il che dà luogo ad ulteriori caratterizzazioni sonore. Insomma, chiunque abbia ascoltato questo fenomenale artista non lo dimentica facilmente.

Il disco in questione, pur essendo come anticipato il primo da solista, presenta sonorità alquanto differenti dal periodo Dire Straits, probabilmente il buon Mark Knopfler si teneva dentro delle gemme ben nascoste che forse, dico forse, riteneva poco consone al gruppo appena sciolto, meritevoli quindi di un differente trattamento sonoro. Non si assiste quindi ad una sorta di replica, rischio altissimo e più volte sperimentato in altre operazioni soliste, bensì si ha modo di sperimentare un sound molto rilassato, cui la raffinatezza del tocco e la qualità della proposta balzano fuori in modo evidente. D’altronde è palese che per apprezzare determinati progetti sonori, soprattutto se intimistici, ci si debba allontanare da contesti che impediscono il naturale fluire del messaggio, cosa che Mark Knopfler ha saputo fare con la consueta classe che lo contraddistingue.

Qualità sonora

Così come i dischi dei Dire Straits hanno spesso rappresentato l’eccellenza a livello sonoro (uno su tutti lo splendido On Every Street), anche la qualità sonora espressa da questo disco ha del sorprendente. Prescindendo dalla codifica HDCD – utilizzata al fine di aumentare la risoluzione del normale CD – inizialmente si potrebbe rimanere spiazzati dalla veridicità degli strumenti e dalla loro presenza, che pur in un contesto di gruppo, riescono in ogni caso ad essere quasi enucleati tanto sono individuabili nello spazio.

La disposizione sul palcoscenico, chiaramente, è frutto di scelte operate in fase di incisione e successivamente applicate al mix finale onde ottenere una scena credibile. La sonorità generale è piuttosto morbida e parecchio corposa, con la ritmica basso/batteria ampiamente individuabile, occhio ai woofer quindi, soprattutto con la traccia omonima. Ottimi pianoforte e tastiere varie, sempre ben definite senza essere troppo in vista e circa la chitarra del nostro eroe, il che mi sembra più che ovvio, non si è esagerato nel metterla in risalto, e d’altra parte non c’è alcun bisogno di sbattere in faccia lo strumento che la fa da padrone a chi ascolta, ci pensa il buon Mark a farlo brillare come giustamente merita. La voce di Mark Knopfler è semplicemente meravigliosa, calda, profonda e definita nella sua caratteristica tonalità, davvero molto ben ripresa, tecnicamente parlando un lavoro splendido. Insomma, se volete rilassarvi questo è il disco giusto.

Il vino suggerito da Doctorwine.it

di Daniele Cernilli

La chitarra magica, quasi elastica, di Mark Knopfler, me la ricordo soprattutto quando suonava nei Dire Straits. Poi mi è capitato di vederlo dal vivo qualche anno fa e il suo stile era ancora quello di un tempo, fatto di veloci contrappunti e di un modo personalissimo d’interpretare il rock. Per rappresentare la sua musica con un vino, secondo me, c’è da considerare proprio questo. Non un classico, non un vino tradizionale, ma qualcosa d’innovativo, con il ritmo che diventa travolgente e con dei contrappunti dinamici, e con un suono caldo che ha a che vedere con la corposità e la solarità.

Un grande rosso del Sud, quindi. E tra i grandi rossi di quella origine ho pensato a un vino davvero straordinario e inaspettato, come il rock rivoluzionario di Mark Knofler. Un vino che ha rinnovato il mondo enologico italiano.

Montiano 2017 Famiglia Cotarella

Un rosso del Lazio, da uve merlot, maturato in piccoli fusti di rovere francese per un anno. Dal colore rubino molto intenso, profumi avvolgenti, espressivi, con sentori di lampone, cacao, spezie. Sapore pieno e sostenuto, ricco ma allo stesso tempo agile, vellutato e di grande persistenza.

Costa circa 50 Euro.





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