Message in a Bottle, lo Spumante Brut di Sting
Il brut della tenuta Il Palagio racconta in versione spumante - metodo Charmat - l’uva vermentino, che con il suo varietale spiccato si distingue per un profilo di sorprendente piacevolezza.
Era il 1979 quando uscì il singolo Message in a bottle e oggi con il senno di poi si potrebbe dire a distanza di 30 anni che quel titolo era in realtà un destino. La favola moderna del cantante ricco e famoso che si ritira a vita privata nella villa in campagna “under a Tuscan sun” si applica quasi alla perfezione alla storia toscana di Sting e sua moglie Trudie Styler. In quel di Filigne Valdarno, granaio storico di Firenze e terra feconda e ricca di prodotti, trovano Il Palagio, villa appartenuta alla ricchissima famiglia fiorentina dei Martelli per poi passare alla Contessa Carlotta Barbolani di Montauto e quindi ai Velluti Zati di San Clemente che la ingrandirono nei giardini e in altri edifici. È il 1999 quando Gordon Matthew Thomas Sumner (in arte Sting) se ne innamora acquistandola da Simone Velluti Zati e fiutando anche una bella occasione di business per quanto riguarda l’accoglienza.
Oggi la villa con i suoi giardini biodinamici (curati dal guru Alan York), terreni, campi e boschi per circa 350 ettari tra acquisizione iniziale e una successiva nel 2003, contengono anche diversi edifici che funzionano sia da location per matrimoni ed eventi ma anche come vera e propria fattoria, con miele, olio, ortaggi e frutta, acquistabili presto anche online. Ma ovviamente è il vino ad essere stato una delle priorità e a dare le soddisfazioni maggiori, anche grazie alla mano di Paolo Caciorgna, talento enologico toscano che già quando nel 2005 andò sull’Etna e trovò un mezzo ettaro prefillossera fu capace di realizzare una delle espressioni ancora oggi più personali ed emozionanti della viticoltura etnea. Grazie a lui i vini della Tenuta Il Palagio hanno raggiunto livelli qualitativi elevati, fino alla consacrazione tra i grandi produttori italiani avvenuta alla manifestazione Opera Wine nel 2016, prologo di Vinitaly, con l’inserimento del rosso Sister Moon (un taglio di sangiovese, merlot e cabernet sauvignon) tra i 101 vini migliori d’Italia.
Ma veniamo al recente ingresso in gamma del Message in a Bottle, uno spumante brut che ha elementi di originalità e piacevolezza che lo staccano da proposte similari. Non è un mistero infatti che moltissime aziende nei territori più disparati abbiano introdotto la produzione di “bollicine” per questioni commerciali di completamento dell’offerta, e spesso con risultati molto deludenti. Una delle ragioni è forse che l’ambizione di introdurre uno spumante ha portato molti produttori ad affrontare la non facile strada del Metodo Classico, un sistema produttivo che non si fa domare facilmente dai neofiti, e che per ragioni tecniche legate alla rifermentazione in bottiglia tende a dare come risultato (a chi ha meno perizia) un vino dalla personalità scarna, appiattito sulle risultanze del processo (a prescindere dal numero di mesi sui lieviti).
Il Brut Message in a Bottle ha il pregio di non aver ceduto alla tentazione di prendersi troppo sul serio, senza tentare la strada affascinante ma impervia del metodo classico, per raccontare in versione spumante l’uva vermentino, che con il suo varietale spiccato si distingue per un profilo di sorprendente piacevolezza.
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