Baglio Florio, Marsala Vergine Riserva (2)
Roberto Magnisi, direttore delle cantine Florio, chiarisce alcune questioni sul Marsala e ci guida alla scoperta del Baglio Florio.
Abbiamo visto ieri le criticità della denominazione Marsala e abbiamo visto con Roberto Magnisi, a capo della Florio, qual è la particolarità del Baglio Florio. Concludiamo oggi l’intervista a Magnisi per poi vedere insieme 4 annate di Baglio Florio: la 2002, la 2000, la 1998 e la 1994.
DoctorWine: Prima di tornare a parlare del Marsala, mi tolga una curiosità. A suo parere sarebbe possibile produrre un grillo in purezza generoso di alcol, di stile ossidativo e di altissimo livello, ma privo di qualsiasi concia e/o fortificazione?
Roberto Magnisi: Decisamente sì. L’ottima plasticità enologica del grillo lo vede sempre più spesso testimone di duplici esercizi ossido-riduttivi, che ne evidenziano la versatilità nell’esprimere due eleganti anime organolettiche opposte. In questa scelta ossido-riduttiva la vigna riveste il primo tassello fondamentale. Il Grillo presenta un profilo qualitativo molto diverso a seconda dell’altitudine dove viene coltivato, dimostrandosi estremamente sensibile all’intensità dei raggi solari e alle alte temperature. La strada organolettica per un futuro Grillo con carattere “evolutivo” è segnata dal coraggio di osare già in vigna con equilibrata surmaturazione del frutto. La ricchezza polifenolica sarà la spina dorsale su cui si baserà l’ascesa dell’espressione palatale del vino, mentre la generosità alcolica ne esalterà l’elegante stile evolutivo.
DW: Passiamo al Baglio Florio.
RM: La realizzazione in cantina di un vino da uve grillo di stile evolutivo come il Baglio Florio è un esercizio particolarmente complicato, un esercizio chirurgico, un esercizio di equilibrio, un esercizio di eccesso. Nella creazione di un Grillo tendente all’infinito, il tempo occupa un ruolo fondamentale. Il tempo di maturazione dell’uva, del contatto buccia/polpa, della pressatura, della maturazione sulle fecce fini e la sosta in barrique. L’enologo diventa quindi scultore, dà forma ed eleganza al vino, delineandone i caratteri evolutivi con tecniche di microssigenazione.
Il Marsala Vergine Florio ne è il testimone più estremo. La bellezza dell'anima del Grillo amplificata da una piccola percentuale di alcol, che lo conduce a una gradazione alcolica di 19% vol., e da decenni di affinamento in legno. Parliamo di enologia di ascolto. L'enologo ricerca l'epifania, ne attende la manifestazione organolettica nelle antiche navate del Baglio in balia del tempo. Parliamo di enologia sognante. L'enologo costruisce il futuro, godendo del passato. Un concetto di modernità estremo, un vino in continua crescita, che muta e migliora nel tempo. Una sostenibilità temporale infinita.
DW: In una zona climaticamente estrema come il trapanese in che modo si fa sentire il cambiamento climatico?
RM: L’aumento delle temperature e la minore piovosità ha condizionato certamente l’arte del fare agronomia anche nel territorio del Marsala ma senza grandi ripercussioni qualitative. La forza dei vitigni autoctoni non ha mostrato rotture evidenti con la qualità del passato.
DW: Per concludere, uno sguardo, purtroppo allarmato, al presente. Un’azienda che punta sulla gdo come la vostra come esce dalla crisi economica causata dal Covid?
RM: Puntando a mantenere sempre alto il livello qualitativo dei nostri prodotti e trovando nuove modalità di comunicazione e contatto con il Consumatore. Il Marsala è un prodotto estremamente versatile, perfetto non solo da meditazione ma anche per un aperitivo a casa, in abbinamento a materie prime selezionate e di qualità. Il Covid ci ha insegnato a adattarci, sfruttando in modo originale i canali offerti dalla tecnologia per raccontare le potenzialità del nostro prodotto, sviluppare le vendite on line e addirittura organizzare visite in cantina e degustazioni virtuali. Cogliere le nuove abitudini di acquisto e di consumo è, secondo noi, decisivo per resistere alla crisi.
Tutti i vini sono ottenuti da grillo in purezza vendemmiato in surmaturazione. Fortificazione con distillato di vino dal gusto neutro. Maturazione in legno per 10 anni in botti da 300 litri.
Marsala Vergine Baglio Florio 2002 Florio
91/100 - € 35
Topazio pieno di luce. Profumo etereo ma non bruciante di resina e malto d’orzo, su un fondo di buccia d’arancio e caramello. Palato caldo, morbido, orizzontale e quasi abboccato, bellissimo finale di agrumi e funghi porcini, lunghissimo e umami.
Marsala Vergine Baglio Florio 2000 Florio
92/100 - € 35
Topazio appena velato ma luminoso. Al naso un piacevole velo di volatile (trementina), etereo, con potenti note di funghi secchi, tamarindo, tabacco fermentato. Il palato è caldo e morbido, leggermente più fresco del 2002, il finale asciutto, potente, su note di tamarindo e agrumi.
Marsala Vergine Baglio Florio 1998 Florio
90/100 - € 35
Topazio deciso e profumi di miele, agrumi, ferro. Il palato è come sempre caldo e morbido, abboccato, su note di succo di albicocca, finisce su note calde di smalto, resina e distillato di albicocca.
Marsala Vergine Baglio Florio 1994 Florio
92/100 - € 35
Topazio deciso con sfumature marroni, velato. Profuma di pan di spezie, caramella d’orzo, legno bagnato, polvere di caffè, miele di castagno, un tocco di rafano, su un fondo di albicocca disidratata. Il palato è come sempre morbido, orizzontale, quasi abboccato, il finale netto di salsedine, dattero e fichi secchi, caldo ma mai alcolico. Un grande vino, da bere freddo di frigo, e sin troppo facile da abbinare.