Capitoni, vent’anni di vita e di vite

Una degustazione verticale del vino Orcia Frasi di Capitoni, dalle annate 2001 alle 2020, è stata l’occasione per festeggiare il ventennale dell’azienda e raccontare l’evoluzione di un territorio.
Quest’anno la famiglia Capitoni, Marco con la moglie Antonella e il figlio Angelo, hanno potuto dire “E sono già passati vent’anni”. Marco non si è limitato a dirlo ma ha colto l’occasione per presentare alla stampa una verticale, dal 2001 al 2021, del suo vino Frasi con la “spalla” di Capitoni nelle annate in cui il super autoctono Frasi (sangiovese 90%, canaiolo 8% e colorino 2%) non è stato prodotto (2001, 2002, 2003, 2004, 2011, 2014).
La degustazione guidata da Armando Castagno in presenza dell’enologo Marco Nasca, è stata per me, che seguo la doc Orcia da più di dieci anni, un banco di prova per capire il carattere di lungo passo dei vini Capitoni. Ho infatti già avuto modo di fare una verticale di Frasi sei anni fa (questo il link all’articolo). L’approccio artigianale alla vigna, che qui in Val d’Orcia vive in sinergia e perfetta integrazione con gli attori di un paesaggio agricolo unico al mondo, boschi e pascoli, emerge nell’unicità e grande personalità dei vini di Capitoni, ambasciatori di venti differenti vendemmie.
Di fronte a vini unici e riconoscibili noi non possiamo che essere i testimoni del loro percorso evolutivo nel corso dei decenni. Pertanto mi sento di giudicare ancor più positivamente, a distanza di sei anni, l’evoluzione di Frasi 2006, 2008, 2010, 2016.
Il Frasi 2006 per una formidabile ampiezza olfattiva e un frutto sempre molto integro di amarena matura, con lunghezza e potenza gustativa.
Il Frasi 2008 che nonostante l’annata calda, ha evoluto le note terziarie del grande sangiovese, fungo, scorza arancia, marmellata di ciliegia matura e lampone. Bocca potente, finale lungo, sapido, leggermente caldo.
Il Frasi 2010 un vino ascendente, ricco e balsamico, con note di china e rabarbaro, si avvicina splendidamente alla sua maturità.
Il Frasi 2016, che ritengo il migliore della verticale, è suadente ed elegante. Pieno, carnoso ed equilibrato, giocato su un fruttato intenso di mora e mirtillo, una precisa balsamicità e freschezza.
Nel 2005 Marco abbandonò l’inoculo dei lieviti selezionati e dei batteri malolattici. E nel 2015 venne introdotto il tavolo vibrante che scarica l’acinellatura verde. Il Frasi 2015 è elegante e fresco, amarena matura, fiori di sambuco. Bocca composta ed essenziale.
Dopo un ottimo pranzo presso il Podere Il Casale, la giornata si è conclusa con un percorso sensoriale nel mondo degli odori assieme a Roberto Dario, creatore di profumi, con cui sono stati identificati gli odori dei vini di Capitoni.
L’incontro è stato anche l’occasione per fare il punto sulla situazione della giovane Doc Orcia, di cui Capitoni è uno degli esponenti di spicco. Nel corso degli ultimi dieci anni sono stati fatti indubbi passi avanti per migliorare la qualità media dei vini Orcia. Ricordo undici anni fa le degustazioni per la selezione dei vini per l’ORCIA WINE FESTIVAL, evento dedicato alla conoscenza del Vino Orcia Doc che si tiene ogni anno durante il ponte del 25 Aprile a San Quirico d’Orcia. Molti vini avevano problemi di deviazioni o difetti, cosa oggi molto rara.
Guardando al futuro della viticoltura artigianale, sono fermamente convinta che si debba fare un passo avanti, oltre la sostenibilità ambientale, verso la salubrità del vino che resta pur sempre un alimento. Il lavoro manuale è fondamentale per poter optare per scelte colturali all’avanguardia, che vadano oltre al disciplinare del biologico certificato. Capitoni utilizza ad esempio induttori di resistenza che mettono in condizioni le piante di difendersi autonomamente dai patogeni come peronospora, oidio e botrite, dimezzando la quantità di rame indicata nel disciplinare del biologico. Auspico che Marco Capitoni possa essere antesignano di questo approccio volto a migliorare la salubrità del vino, all’interno della Doc Orcia.
La denominazione Orcia, circa 300.000 bottiglie e quaranta aziende sparse nell’ampio territorio della Valdorcia tra le docg Brunello di Montalcino e Vino Nobile di Montepulciano, racchiude delle piccole perle da scoprire che dovrebbero, a detta di Capitoni, lavorare in maniera consortile ancora più partecipativa e sinergica per essere i veri ambasciatori di un territorio tra i più belli al mondo, che possa restare impresso nei cuori e nei ricordi dei milioni di turisti anche e soprattutto come un importante territorio di vino.
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