Le Caniette di Giovanni Vagnoni, un paradiso nel Piceno
Per la precisione, Le Caniette si trova nel comprensorio vitivinicolo di Grottammare che fa un po’ a sé, un terroir di incredibile bellezza mediterranea.
In una caldissima giornata di settembre, un paio di giorni prima che si iniziasse la vendemmia, sono andato a trovare Giovanni Vagnoni nella sua Le Caniette. Conosco Giovanni da un po’ di anni: abbiamo condiviso alcune abbondanti libagioni a base di cacciagione da piuma e grandi vini. Al termine dell’ultima delle quali mi ha rimproverato per non esserlo mai andato a trovare in azienda. Aveva ragione, ma adesso ho colmato la lacuna e devo dire che ne è valsa la pena.
Siamo nelle Marche del sud, a pochi chilometri da Ascoli Piceno, nel comprensorio vitivinicolo di Grottammare. Si, certo, siamo nel Piceno ma secondo me ed altri, questo spicchio di paradiso fa corpo a sé. Un comprensorio, un terroir di incredibile bellezza mediterranea, dall’accecante luminosità, incastonato fra dolci colline, boschi profumati, il Mare Adriatico che si sente eccome, alcuni vigneti straordinari, altri più normali, e dalla bravura dei produttori che vi operano. Produttori che nel corso degli anni hanno sviluppato una propria singolare visione del territorio, senza perdere mai di vista un comune articolato sentire di qualità.
Le Caniette, con i loro 16 ettari di vigneti, 2 ettari di uliveti e svariati a bosco, la bellissima vista che dalla splendida sala degustazione corre fino al mare, fanno parte a pieno titolo di tutto questo. Tutto rigorosamente bio certificato da tanti anni, quindi non per moda. Troviamo uve montepulciano, sangiovese, passerina, pecorino e il famosissimo “bordò” che altro non è se non alicante/grenache, acclimatato in zona da circa quattro secoli. I francesi, con una buona dose di ragione, non vogliono che si utilizzi la dizione “bordò” e dunque dovremo abituarci rapidamente a chiamare quest’uva per quello che è. Forse, se tutti avessero remato nella giusta direzione, questo problema sarebbe stato evitabile.
Ho assaggiato tutta la produzione, compresi alcuni viaggi nel tempo, sia indietro, bevendo vecchie bottiglie, sia nel futuro, assaggiando direttamente dalle barrique, mezze e normali, dove riposano i vini che verranno. Non potrò descrivervi tutto il bevuto, servirebbe un libro. Mi concentrerò su due etichette, quelle a mio parere maggiormente rappresentative. Posso però segnalarvi il Morellone (70% montepulciano e sangiovese), il Rossobello (taglio paritario di montepulciano e sangiovese) e il Nero Di Vite (45% montepulciano, 45% sangiovese, 10% grenache/alicante).
L’uva pecorino è tipica del sud delle Marche e del nord del vicino Abruzzo, ma se ne trova anche nel Lazio e in Umbria. Dopo aver vissuto lunghi periodi di quasi abbandono produttivo, se ne è rincominciato a parlare da alcuni decenni e ormai è entrata a far parte dell’immaginario collettivo dei bevitori. Ne esistono moltissime interpretazioni differenti. A Le Caniette la utilizzano per produrre due vini molto differenti. Oggi vi parlerò de Io sono Gaia (figlia di Giovanni). Un vino sul quale molto si è lavorato, si è studiato e si è cambiato. Proviene da un unico vigneto piantato nel 1997 e oggi siamo arrivati alla quarta generazione di questo vino, ciascuna delle quali rappresenta l’allora stato dell’arte nell’interpretazione di questo difficile vitigno.
Infine vi parlo del Cinabro, da uve grenache/alicante, originariamente chiamate bordò. Uve che in questo comprensorio, fino a pochi anni fa nemmeno venivano vinificate separatamente dalle montepulciano. Poi Marco Casolanetti, della vicinissima Oasi degli Angeli, ha incominciato a lavorarle separatamente e a produrci un vino ormai diventato famosissimo, convincendo con i fatti e i risultati gli amici/colleghi a seguirlo in questa avventura. Avventura che ha portato lustro e notorietà internazionale a tutto il comprensorio e che sta facendo proseliti anche un po’ più lontano. E alcuni di noi di DoctorWine ne sono orgogliosamente entusiasti testimoni sin dal primissimo momento. Il vigneto del Cinabro è stato impiantato nel 2003, riproducendo le poche viti centenarie sopravvissute e presenti in azienda. La prima annata è stata la 2009.
Io sono Gaia Offida Pecorino 2018
94/100 - € 20,00
Da uve pecorino con rese di 90 quintali ad ettaro, che appena colte vengono messe in una cella frigorifera per essere portate a zero gradi, fermentate in barrique (1/3 nuove, 1/3 di primo passaggio, 1/3 di secondo passaggio) per un anno (no fermentazione malolattica), cui seguono 3 mesi di affinamento in acciaio.
Giallo paglierino carico dai riflessi brillanti e naso vario di agrumi, mela renetta e netti sentori iodati. Bocca leggermente meno espressiva, di impatto, in grado di supportare anche piatti impegnativi, di buona persistenza e freschezza complessiva.
5500 bottiglie prodtte.
Io sono Gaia Offida Pecorino 2012
91/100 - € 30,00
Da uve pecorino con rese di 90 quintali per ettaro, che appena colte vengono messe in una cella frigorifera per essere portate a zero gradi, fermentate in barrique (1/3 nuove, 1/3 di primo passaggio, 1/3 di secondo passaggio) per un anno (no fermentazione malolattica), cui seguono 3 mesi di affinamento in acciaio.
Giallo paglierino carico dai riflessi brillanti e naso lieve di macchia mediterranea, leggera frutta gialla e spezie. Bocca relativamente più leggera, dinamica e fresca, di minor impatto gustativo, pur mantenendo una buona persistenza.
5500 bottiglie prodotte.
Io sono Gaia Offida Pecorino 2010
96/100 - € 32,00
Da uve pecorino criomacerate, con rese di 70 quintali per ettaro, fermentate per un anno, per la prima volta in barrique pensate per vini bianchi, facendo svolgere la fermentazione malolattica, cui seguono 3 mesi di affinamento in acciaio.
Voglio essere chiaro, trattasi di un vero campione di bontà: si presenta con un colore giallo canarino intenso e brillante, naso etereo di fiori bianchi, frutta gialla matura, ginestra, zenzero e cenni di idrocarburo. Bocca sontuosa, elegante, di sostanza, dalla grande piacevolezza, dinamicità e persistenza. Decisamente una grande versione!
5000 bottiglie prodotte.
Io sono Gaia Offida Pecorino 2007
94/100 - € 35,00
Da uve pecorino, con rese fra i 50 e 60 quintali per ettaro, fermentate per un anno, non facendo svolgere la fermentazione malolattica, in barrique parzialmente nuove e parzialmente usate, pensate per vini rossi, cui seguono 3 mesi di affinamento in acciaio.
Colore giallo oro intenso e brillante, naso abbastanza vario di pietra focaia, idrocarburi, frutta gialla matura e spiccata balsamicità. Bocca molto buona, di grande impatto, di buona piacevolezza, dinamicità e persistenza, una versione molto buona.
5000 bottiglie prodotte.
Cinabro Marche Rosso 2016
93/100 - € 90,00 (uscirà a aprile 2021)
Da sole uve grenache/alicante, con rese di 12 quintali per ettaro, macerate in tini di legno per otto giorni e successive malolattica e affinamento in mezze barrique nuove (115 litri) per 30 mesi, cui seguono minimo sei mesi di affinamento in bottiglia.
Rosso rubino chiaro dai riflessi brillantissimi. Naso di frutta rossa matura ma ancora croccante, spezie dolci e muschio. Bocca dai tannini fini, freschezza in giusta quantità, carnosa e avvolgente come d’abitudine, dalla già lunga persistenza. Provato da bottiglia non ancora etichettata, con uscita prevista ad aprile 2021: per una valutazione compiuta occorrerà aspettare ancora ma promette molto bene.
1000 bottiglie prodotte.
Cinabro Marche Rosso 2015
95/100 - € 90,00
Da sole uve grenache/alicante, con rese di 12 quintali per ettaro, macerate in tini di legno per otto giorni e successive malolattica e affinamento in mezze barrique nuove (115 litri) per 30 mesi, cui seguono minimo sei mesi di affinamento in bottiglia.
Colore rosso rubino scuro dai riflessi brillanti. Naso etereo di frutta rossa matura (ciliegia, amarena), mora, menta e il consueto evidente corredo di spezie dolci. Bocca molto carnosa, quasi sontuosa, dai tannini composti e grande freschezza, dalla lunga persistenza. Molto buona.
1000 bottiglie prodotte.
Cinabro Marche Rosso 2014
96/100 - € 90,00
Da sole uve grenache/alicante, con rese di 12 quintali per ettaro, macerate in tini di legno per otto giorni e successive malolattica e affinamento in mezze barrique nuove (115 litri) per 30 mesi, cui seguono minimo sei mesi di affinamento in bottiglia. L’amico e collega Dario Cappelloni mi scuserà se la mia valutazione di questa annata differisce abbastanza dalla sua. Ne abbiamo anche parlato al telefono e abbiamo deciso di bercene insieme una bottiglia. La ’14 è considerata annata piccola e fresca, direi “minore”. Ecco questa interpretazione del millesimo a me intriga molto.
Colore rosso rubino dai riflessi scuri, ha un naso relativamente fresco, floreale, di susina e ciliegia, con tabacco bagnato e sbuffi balsamici. La bocca è pronta, elegantissima, fine, composta, dai tannini esemplari e molto persistente.
1000 bottiglie prodotte.
Cinabro Marche Rosso 2012
95/100 - € 90,00
Da sole uve grenache/alicante, con rese di 12 quintali per ettaro, macerate in tini di legno per otto giorni e successive malolattica e affinamento in mezze barrique nuove (115 litri) per 30 mesi, cui seguono minimo sei mesi di affinamento in bottiglia.
Colore rosso rubino scarico, dai riflessi brillanti. Naso vario di frutta rossa matura, macchia mediterranea e un netto sentore di rosmarino, che unito alle spezie dolci lo rendono molto accattivante e pronto. Bocca precisa, didascalica, coerente, perfettamente matura e integra, con tannini fini e lunghissima persistenza.
1000 bottiglie prodotte.