Gaiospino, le montagne russe del Verdicchio (2)

Ieri abbiamo pubblicato la chiacchierata fatta con Lucio Canestrari, titolare della fattoria marchigiana Coroncino. Parlando della gamma di prodotti, abbiamo evidenziato la presenza di due selezioni: il Coroncino e il Gaiospino.
La differenza non è data dalla qualità delle uve, né si tratta propriamente di cru delimitati, ma di vigne che si nutrono di due terreni differenti, vinificate separatamente: l’argilla per il Verdicchio Coroncino; la marna calcarea per il Gaiospino, più ambizioso. Il primo viene dalle vigne affacciate al mare, il secondo da quelle che vedono il sole calare.
Due vini diversi: non tanto nella struttura, piena in entrambi i casi, né nella proposta aromatica, che è quella classica della denominazione, con i fiori bianchi che diventano anice e mandorle con l’affinamento, quanto nello sviluppo gustativo: più diretto e orizzontale il Coroncino, più verticale e profondo il Gaiospino.
Abbiamo preferito quest'ultimo per la nostra verticale. Tutte le annate sono prodotte da uve verdicchio 100%. Vinificazione e affinamento sono per l'80% in acciaio e per il 20% in tonneau.